Discorso del Sindaco Lapunzina nel corso della presentazione del libro di Angelo Pitrone

Cefalù Web pubblica il discorso tenuto dal Sindaco Lapunzina nel corso della presentazione del libro fotografico di Angelo Pitrone:

“Desidero salutare, in particolare, il Dott. Angelo Piscitello, Presidente della Fondazione Mandralisca, Il Dott. Matteo Collura, nostro concittadino onorario, e Angelo Pitrone, autore del bellissimo libro fotografico che presentiamo questa sera.

Innanzitutto voglio porgere i complimenti alla Fondazione Mandralisca, che ha voluto fortemente la pubblicazione del libro, e al suo autore per l’elevata qualità tecnica e l’indiscutibile bellezza delle foto.

L’opera di Angelo Pitrone, impreziosita da una nota introduttiva di Matteo Collura, è più che un libro fotografico; è un’insieme di suggestioni e di emozioni, è un racconto della nostra città, del suo mare, delle pietre vive che la compongono, che la sovrastano, che la sorreggono. E’ la narrazione dell’anima della nostra città, dei suoi scorci suggestivi, della sua estrema bellezza.

Quella creata da Angelo Pitrone è proprio di una narrazione, non fatta di parole ma di immagini ma, proprio per questo, è più immediata ed efficace.

Se è vero, come sosteneva qualcuno (Giuseppe Verdi – Traviata – ) che la bellezza, come l’amore, “ dagli occhi al cuore onnipotente va”, questo libro fotografico è più efficace di tanti saggi, perché pone, colui che lo sfoglia, immediatamente in contatto con il folgorante fascino della nostra città, il quale, attraverso lo sguardo, giunge direttamente al cuore del lettore facendolo innamorare inevitabilmente.

 

Ed è proprio degli effetti che ciò provoca in chi, visitando la nostra città, diviene spettatore ed insieme protagonista della sua bellezza, che si occupa la bellissima nota introduttiva scritta da Matteo Collura.

Questa sera non vi parlerò dello scrittore Collura, avrò il piacere di farlo nel corso della cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria che si terrà giorno 31 agosto, desidero soltanto porre in evidenza come, nella introduzione a questo libro, egli sia riuscito a sintetizzare efficacemente l’essenza più vera  di Cefalù e dei suoi abitanti.

Mi ha fatto riflettere in particolare la frase in cui egli sostiene che a Cefalù: “ senza muoversi, si può incontrare il mondo, perché è il mondo che di qui passa, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione”.

Devo ammettere che è proprio così; noi spesso abbiamo la voglia, la giusta ambizione, di visitare il mondo ma forse non ci accorgiamo che quotidianamente è il mondo che viene a trovarci a casa nostra.

Da questa constatazione, che giustamente Matteo Collura ci rende evidente, deriva che noi cefaludesi abbiamo un privilegio e un dovere. Il privilegio è quello di poterci confrontare con mentalità, usi, costumi, modi di essere diversi e questo, in un mondo sempre più globalizzato, offre grandi opportunità di sviluppo umano e materiale.

Il dovere deriva dal fatto che se è il mondo intero a venire a farci visita a casa nostra, noi come degli ottimi padroni di casa, abbiamo il dovere di fare trovare la nostra città pulita, accogliente e vivibile.

 

Ma Matteo Collura da grande scrittore, quale egli è, non si limita a descriverci le cose, gli oggetti, le pietre presenti nella nostra città, al contrario attraverso la descrizione di immagini oggettive analizza la soggettività dei suoi abitanti e del nostro modo di essere.

Un passaggio che mi ha particolarmente colpito è quello in cui si giustifica l’ apparente indifferenza degli anziani che se ne stanno seduti sulle panchine di
piazza Duomo, come se non vedessero né la cattedrale né i turisti che passano, con il fatto che la loro “saggia indifferenza” deriverebbe dall’aver interiorizzato la “divinità” di quest’angolo di meraviglie che è Cefalù.

 

Questa è una immagine bellissima del modo di essere del Cefaludese. Come ha ben notato l’autore, però, la sua indifferenza a ciò che lo circonda è solo apparente; proprio per questo, il compito di chi amministra questa città deve essere quello di fare in modo che i cittadini di Cefalù non smettano mai di meravigliarsi della bellezza del luogo in cui vivono, di sentire la responsabilità di contribuire ad accrescerla ed a preservarla e di sentire il bisogno, proprio come ci dice Matteo Collura, di “esprimere lo stupore, di comunicarlo, di farne contagio”.

Desidero concludere il mio intervento prendendo ulteriore spunto da un’altra affermazione presente nella introduzione al libro.
Il nostro cittadino onorario ci ricorda che una delle caratteristiche di Cefalù è quella di “ rimanere paese antico, dalle abitudini antiche, dai riti antichi, nel mentre non può fare a meno di aprirsi alla modernità più pressante”.

 

Ecco, queste parole sintetizzano bene gli elementi sui quali occorre puntare per un pieno sviluppo della città.

Antico e moderno non devono essere due elementi da mettere in contrapposizione. L’antico è la base della nostra storia, del nostro modo di essere, di ciò che tutto il mondo ci invidia. Il moderno deve essere rispettoso dell’antico e deve offrire quelle opportunità di sviluppo che altrimenti sarebbero impossibili.

 

Questo deve essere l’impegno di tutti, ciascuno per la propria parte. Questo è il mio personale obiettivo che porterò avanti, con tutte le mie energie, cercando sempre la collaborazione di tutti coloro che, singoli cittadini e categorie, credono fermamente che Cefalù può puntare ad avere un futuro prospero senza snaturare la sua essenza.”

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