I “vigilantes” ed il “gioco della guerra”

 

 

In questi giorni abbiamo assistito, sulle pagine dei social network e sui diversi giornali d’informazione cefaludesi, a numerose discussioni fra coloro che considerano la vigilanza urbana  un servizio utile alla comunità cittadina e fra coloro che la reputano un’iniziativa superflua foriera di possibili disordini. Alcuni hanno paragonato i “vigilantes” a dei “Rambo di quartiere” a causa di un hobby a cui quest’ultimi sono dediti: il Softair.

Il softair è un’attività ludico-ricreativa di squadra basata sulla simulazione di tattiche militari.

Si tratta, quindi, di un gioco in cui vengono utilizzate armi ad aria compressa fedeli alle reali armi da fuoco.

Poco ha a che vedere, però, il softair con la “vigilanza urbana”. Risulta infatti che i “vigilantes” non utilizzino alcun’arma ad aria compressa, né tute mimetiche o caschi militari. Possiedono soltanto una bicicletta fornita dal Comune di Cefalù che gli permette di controllare che nelle strade cefaludesi non accada nulla di segnalabile alle autorità competenti.

Nulla di cui allarmarsi relativamente alla presenza di una comunità volontaria di cittadini pronta a segnalare qualsiasi tipologia di abuso.

I “vigilantes in bici” fanno ciò che ogni cittadino dovrebbe fare, segnalare un misfatto.

Quest’iniziativa  potrebbe sensibilizzare la gente ad un senso civico che a Cefalù sta scomparendo.

Peppe Turdo, uno degli ideatori, cerca di chiarire il compito che assume queste vigilanza: “la nostra idea, espressa all’Assessore riguardava la possibilità di prestare il nostro tempo par fare vigilanza ambientale, ossia sulla pulizia e sul decoro della Città attraverso l’ausilio di bici. Il nostro compito condiviso su apposite prescrizioni ricevute da parte dell’Amministrazione consisteva dunque nel girare per la città scoraggiando con gentilezza i comportamenti di cittadini e visitatori contrari appunto al rispetto delle regole della convivenza civile.”

In questi giorni alcune critiche si sono sollevate da Andrea Tedeschi, in quale, su Cefalunews.net, avendo proposto anch’egli un’idea simile, sostiene di essere stato inascoltato dall’amministrazione ed ingiustamente attaccato: “quando ho proposto le ronde per i fine settimana tutti mi hanno dato addosso… passa qualche giorno e leggo che sono stati stati presentati dall’amministrazione comunale i vigilanti in bici, ma non mi ha contattato nessuno per approfondire la mia idea”.

Le considerazioni più forti sono state espresse da Riccardo Gervasi, il quale, in una lettera a LaVoce Web sostiene la seguente: “l’idea, dunque, di far partire a Cefalù un servizio di vigilanza in bici – istituzionalizzato dal Comune che ha messo a disposizione dei volontari vecchie biciclette un tempo in dotazione alla polizia municipale – sembra a dir poco obsoleta, per non dire retriva, ma nello stesso tempo foriera di pericolosi “revanscismi” che potrebbero avere, ovviamente, una ricaduta sulla stessa vita democratica a Cefalù.

Dal canto suo, anche l’Amministrazione, nella figura dell’Assessore Laura Leonardis, ha espresso il proprio punto di vista, che potrebbe riassumersi nelle seguenti parole: “questa amministrazione ha patrocinato un progetto di VIGILANZA AMBIENTALE, che al contrario di quanto scritto in questi giorni sui alcuni giornali telematici locali, non vuol dire denunciare abusi, né controllare il territorio, attività svolta egregiamente dagli organi competenti, ma vuol dire vigilare sul rispetto per la pulizia e per il decoro di questa bellissima Città. Ai giovani volontari infatti è stato affidato il compito di sensibilizzare e promuovere  comportamenti consoni  al decoro della Città.”

Il dibattito rimane aperto.

Voi lettori cosa ne pensate?

 

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