LeAli alla Sicilia: complici di mafia

“Raffaele Lombardo ha lavorato favorendo la mafia. Le parole di Marco Venturi, assessore regionale, assegnano un compito alla procura della Repubblica e pongono un problema alla politica”, è la tesi di LeAli alla Sicilia.
“Venturi ha fatto male a rimanere per anni al suo posto, se di quell’andazzo era consapevole. Confindustria ha commesso un pesante errore di valutazione, se offrì (come si ripete) quel suo esponente ad un governo che ha condotto la Sicilia al fallimento. Ma la denuncia di Venturi non innesca solo un procedimento penale, pone una ineludibile questione politica: i candidati alla presidenza hanno il dovere di denunciare chi, nei rispettivi schieramenti, ha favorito Lombardo, e hanno il dovere, inoltre, di escludere, per il futuro, rapporti di collaborazione con chi, a detta di chi c’era e partecipava, si mise al servizio della mafia”.
“Ci riferiamo a Crocetta, al Pd e all’Udc, perché sono queste le forze politiche che hanno consentito a Lombardo di restare al suo posto e favorire quei luridi interessi. Non basta dire: io non c’ero. Occorre condannare quanti c’erano e collaborarono. Quanti sono oggi candidati. Ci riferiamo a Musumeci, che guida un centro destra che portò, allora, Lombardo al potere. Quello stesso centro destra che, per bocca dei suoi vertici nazionali, voleva avere Micciché al posto di Musumeci (salvo poi prendere il secondo quale indicazione del primo), e oggi Micciché guida le forze ove si trova Lombardo & famiglia. Non basta dire: io non c’ero. Occorre dire parole chiarissime, di condanna totale. Parole che mancano, ed è per questo che noi (dilettanti) parlammo della complicissima trinità”.
“Ebbene, ora, per bocca di Marco Venturi, sono chiamati a complicità mafiosa. O mandano in galera lui, per calunnia, o vanno a farsi benedire loro. Tanto più che Lombardo è abbastanza bravo da galleggiare e profittare, mentre loro sapranno solo affondare. Portando a picco la Sicilia”.

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