Le Ali alla Sicilia: LeAli alla sanità

Vediamo che, prudentemente, ma anche significativamente, nessuno prova a toccare il tasto della sanità siciliana, in campagna elettorale. Talora si parla di assessori, ma buio pesto su quel che dovrebbero o vorrebbero fare.
Qui si seguito, tanto per marcare ulteriormente le differenze, quel che LeAli alla Sicilia farebbe.

Una proposta seria, deve partire da una analisi della situazione altrettanto credibile.
E da una domanda.

Che cosa è stato fatto in questi 4 anni, dove hanno governato la Sicilia TUTTI coloro che oggi vorrebbero continuare a governarla con accordi trasversali di vario genere?

Dicono loro:
1.   E’ stata approvata una Riforma organizzativa che, tra l’altro, ha portato alla nascita delle Aziende Sanitarie Provinciali e alla riduzione delle Aziende da 29 a 17, “… La riorganizzazione è stata la magna pars dell’azione di riforma –  evidenzia l’ass. Russo, 4 giugno 2012 – metodo che ha portato ad un’analisi del fabbisogno, alla programmazione di obiettivi, alla pianificazione delle azioni e delle risorse. Tutto finalizzato per raggiungere la qualità delle prestazioni, non il pareggio di bilancio…”;
2.   “… abbiamo messo in ordine i conti partendo proprio dalla convenzionata esterna che era senza controllo nella spesa., dove venivano fissati i budget, ma a fine anno si pagavano in moneta sonante gli extrabudget, senza alcun criterio e senza alcun tetto…”;
3.   “…abbiamo creato – sempre secondo l’ass. Russo, 4 giugno 2012 – i Presidi territoriali di assistenza, dove specialisti, medici di medicina generale e la diagnostica sono servizi integrati insieme agli uffici delle Aziende territoriali, con un punto unico di accesso. Abbiamo privilegiato due patologie croniche, lo scompenso cardiaco e il diabete … Abbiamo sviluppato i Punti di primo intervento, rivolti ai codici bianchi e verdi…”;

Rispondiamo noi (meglio, abbiamo provato a farlo attraverso ciò che ci era noto, cioè ben poco, pur avendo “girato” a lungo nel web), e chiunque può farlo e rendersene conto:

1.   intanto, partendo dal sito http://www.regione.sicilia.it/sanita/ dove appare una scritta “I contenuti di questa pagina sono obsoleti”: ne approfittiamo, con la “Sanità” in gravissimo deficit finanziario erano proprio necessari un nuovo sito e un nuovo portale?
2.   poi, provando a cercare qualche informazione su http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_MappaPortale, ma nella “mappa” del portale della Regione ci sono 10 assessori , con le loro strutture, ma non quello della  “Sanità”.
3.   Infine, siamo arrivati a destinazione: http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssessoratoSalute.

Ecco cosa fare

AL PRIMO POSTO, la DIGITALIZZAZIONE, quale “strumento”, quale passepartout per “aprire” alla modernità e ai cittadini la “macchina sanitaria”,  per migliorare il livello dei servizi offerti, per rendere più economica ed efficiente l’attività svolta, in sintesi per valorizzare la “cassetta degli attrezzi” resa disponibile dalla innovazione tecnologica a esclusivo vantaggio dei cittadini.. E, quindi:
1.   Cartella medica/fascicolo sanitario elettronici, per la condivisione  delle informazioni del paziente finalizzato a migliorare l’appropriatezza delle cure, riducendo i costi; ciò renderà inoltre possibile l’adozione di nuovi e più efficienti modelli di organizzazione sanitaria basati su un ribilanciamento delle attività tra ospedale e territorio;
2.   Prenotazioni e pagamento on line di visite ed esami, ritiro del referto di prestazioni diagnostiche o specialistiche via Internet, anche dalle farmacie – presenti in ogni Comune – per chi non ha l’accesso a internet, per rendere “facile” e “immediato” l’accesso alle prestazioni, riducendo i costi di gestione;
3.   Diagnostica a distanza, per assicurare esami più accurati grazie all’utilizzo di expertise di eccellenza nella lettura e valutazione, prescindendo dalla contiguità fisica, migliorando  l’impiego delle apparecchiature e riducendo, contestualmente, i costi funzionali;
4.   Centralizzazione attività logistiche e magazzino, con l’obiettivo, attraverso l’accentramento delle attività di magazzino integrata da efficienti soluzioni di logistica, di garantire la diminuzione dello stock di beni immobilizzati e il miglioramento della rotazione riducendo i rischi di scadenze/inutilizzazioni e i costi di gestione;
5.   Avvio di stazioni uniche appaltanti sanitarie completamente informatizzate e accessibili su base provinciale, sul modello della SUA resa obbligatoria (il prototipo è consultabile all’indirizzo www.sua.provincia.crotone.it) nelle Regioni ad alta permeabilità mafiosa dall’ultima novella del 2010 in materia di normativa antimafia: va ricordato che la prima (sic!) gara centralizzata telematica per acquisito di farmaci è del 2010, mentre deve essere la regola;
6.   Telemedicina e telesorveglianza sanitaria, per raggiungere soprattutto le aree più lontane e disagiate e gli anziani;
7.   Ricetta digitale, con un risparmio di circa il 2% sulla spesa SSN, l’1,84% per la precisione, stimato da elaborazioni di Confindustria basate sullo studio “Best Demonstrated Practice eHealth  Impact”, commissionato dalla Commissione europea a Booz Allen Hamilton (2005), confermate da alcuni casi di studio realizzati nelle regioni Campania, Piemonte e Marche. A questa si può collegare la consegna a domicilio dei farmaci per i malati cronici;
8.   Valorizzazione della videoconferenza, quale normale strumento gestionale tra i livelli apicali di ogni struttura sanitaria, riducendo le necessità e i costi di mobilità (non solo in termini economici – carburanti, usura mezzo, costo autista, … – ma di tempo sottratto alla presenza in ufficio);
9.   Valorizzazione di Skype e soluzioni CONSIP per la gestione delle comunicazioni, nell’ottica del migliorare senza spendere e, anzi, con un risparmio di costi a medio termine;
10.                Incentivazione del blended learning e della formazione a distanza, senza inficiare qualità e quantità,  per ridurre le assenze e aumentare la presenza a favore dei cittadini.

AL SECONDO POSTO, ma è una conseguenza della digitalizzazione, la TRASPARENZA, non come “mero esercizio di stile” per una formalistica applicazione delle normative, comunque – al momento – latitante, ma come reale ed effettiva possibilità per ogni cittadino di controllare come vengono impiegate le risorse finanziarie disponibili.
1.   STOP  al vantaggio di POCHI “beneficiari” a  danno dei MOLTI, attraverso l’organizzazione di un audit e di controlli in grado di:
a.           smascherare i furbi, cioè coloro che non hanno il diritto e così tolgono risorse a chi lo avrebbe;
b.           individuare – per verificare, prima di tutto – consumi anomali di beni sanitari o l’utilizzo rilevante di servizi sanitari e di impieghi straordinari di risorse umane e finanziarie;
c.           far emergere ricorrenze  singolari  – da verificare, prima di tutto, anche qui – negli appalti e nelle attività che conviene esternalizzare;
2.   pubblicazione integrale delle procedure:
a.           per il conferimento di consulenze, anche se a titolo gratuito, dalla esigenza – passando per relative procedure di selezione, curricula dei candidati, criteri utilizzati e verbali – fino al conferimento;
b.           ristrette previste dal Codice sugli appalti;
c.           per la attivazione di trasferimenti intraaziendali e intraregionali;
d.           per pervenire a comandi e distacchi del personale in ingresso, al fine di privilegiare – a parità di qualifiche e curriculum – il personale presente prima di accogliere quello in ingresso;
e.           per le nomine, ben al di là di quanto ora introdotto dal cd. decreto Balduzzi, per evitare riemergano fatti quali quelli portati alla luce nel 201 dalle indagini sulla ASP di Trapani, giusto per evitare, insomma, domande del tipo ”Ma insomma, quando mi fai diventare primario?”, pronunciata in un incontro in cui veniva decisa la spartizione di posti dirigenziali nella sanità trapanese, da un medico a un soggetto addirittura sottoposto a obbligo di soggiorno;
3.   pubblicazione on line di tutti gli atti rilevanti sui siti di ogni Azienda, così da rendere possibile il controllo diffuso dei cittadini e, quindi, disincentivare automaticamente comportamenti non virtuosi:
a.           stipendi e voci accessorie, almeno su base trimestrale;
b.           consulenze, anche se a titolo gratuito;
c.           curriculum completo e aggiornato a cura, nell’interesse e sotto la responsabilità del dipendente;
d.           comandi e distacchi da/per le strutture sanitarie;
e.           conto economico trimestrale on line per centro di costo;
f.             liste di attesa, non solo quelle tracciate, per esame/visita, con l’indicazione dei tempi per presidio/struttura;
g.           presenze del personale dirigente;
h.           bilanci annuali completi e relative Relazione sulla gestione e Nota integrativa;
i.              elenco aggiornato delle autorizzazioni concesse per l’esercizio di attività extra professionali, ai sensi dell’art. 53 del dlgs 165/2001, al personale dipendente;
j.              delibere in forma integrale (salvo ilo caso della messa a disposizione degli allegati se superiori ai 2 MegaByte presso l’Ufficio Affari Generali che ne cura il normale iter) e di tutte le determine dirigenziali (su base mensile) parallelamente alla trasmissione al Collegio Sindacale;
k.            verbali integrali del Collegio Sindacale, traendoli dal sistema PISA del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

AL TERZO POSTO, tre driver del cambiamento, a loro volta conseguenza di una reale TRASPARENZA che è come il sole, un ottimo disinfettante se riesce a rendere “facile” l’individuazione dei dati:
1.   MERITOCRAZIA: chi potrà permettersi di non scegliere il “migliore” tra i vari candidati o l’offerta più vantaggiosa per un appalto dove il prezzo non sia l’unico criterio di scelta o il progetto che appare come il più idoneo a incidere sulla situazione, senza dover dare conto e ragione delle motivazioni che hanno portato ad una scelta diversa?
a.           Valorizzare le risorse interne e avvio di un credibile programma di contrasto alla mobilità passiva che, se pur legittimata dalla Carta costituzionale, vive, il più delle volte, su informazioni inesatte e incomplete e su un atteggiamento dello stesso personale sanitario che incentivano la migrazione;
b.           Valorizzazione degli strumenti disponibili per mettere a sistema una utile e credibile Customer satisfaction quale mezzo per il miglioramento della qualità;
c.           Integrale pubblicazione mensile dei dati operativi per struttura;
d.           Valorizzazione – all’interno del quadro normativo esistente – del criterio dei “conflitti di interesse”, quale elemento strategico per assicurare un Servizio sanitario credibile e non “drogato” da interessi diversi rispetto a quello della tutela della salute dei cittadini, secondo gli standard previsti, al minor costo possibile;
e.           Definizione di corretti, e realmente incentivanti, meccanismi di premialità, evitando budget demotivanti che poi legittimano interpretazioni delle norme per alcuni e applicazione per altri al fine di garantire l’EQUITA’  sostanziale e procedurale;
2.   EFFICACIA: chi potrà permettersi di spendere per una consulenza inutile o per acquistare un bene che si ha già o che si potrebbe impiegare meglio? O per rifarsi l’ufficio quando negli ospedali crollano i calcinacci? O per acquistare o noleggiare una autovettura più importante se le autoambulanze sono ferme perché mancano i soldi per le manutenzioni e le revisioni?
a.           Consumare meno, consumare meglio, in linea con quanto previsto dall’art. 14 della  Legge n. 94 del 6 luglio 2012 di conversione del DL 52/2012, recante “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica”, attraverso un mix di interventi di efficienza energetica, generazione distribuita e di sfruttamento delle energie rinnovabili per modificare i consumi energetici (non solo consumando semplicemente meno, ma, soprattutto, consumando meglio), abbattere le emissioni climalteranti in atmosfera, ottimizzare l’utilizzo energetico trasformando le spese energetiche da costi strutturali in input aziendali;
b.           Pagare regolarmente conviene e rafforza la credibilità della Pubblica amministrazione: analisi della situazione debitoria e cronoprogramma “one to one”, categoria per categoria, azienda per azienda, per regolarizzare i flussi di pagamento ai fornitori abituali (sanità privata e farmacie) e per concordare un progressivo e sostenibile piano di recupero dello stock di debito. Analoga iniziativa, più complessa, ma con identiche prospettive andrà avviata con i rimanenti fornitori;
c.           Avvio di un sistema di monitoraggio ambientale, nuova frontiera di un servizio sanitario che deve mirare non solo alla salute, ma soprattutto al benessere delle persone nella prospettiva che “prevenire è meglio che curare”, interfacciando dati  che provengono da fonti informative diverse;
d.           Patti regionali e aziendali con MMG e PLS (Medici Medicina Generale e Pediatri Libera Scelta), che sono i principali centri produttori di costo attraverso la relazione con il cittadino-paziente e le conseguenti , valorizzando la risorsa tecnologica per “metterli in rete” (condivisione delle informazioni) e per interconnettere apparecchiature di diagnostica elementare che possono alleggerire le strutture pubbliche;
e.           Patti regionali e aziendali con le Farmacie per lo svolgimento  di attività sanitarie di primo livello, per soddisfare le esigenze primarie di controlli routinari di pazienti che si rivolgono altrimenti a strutture pubbliche;
f.             Crossover tra Aziende contermini, tenuto conto che esiste un UNITARIO servizio sanitario regionale e che, specie nelle fasce di confine tra le diverse province, non vi possono essere sterili fenomeni di concorrenzialità che si risolvono solo in costi superiori e danni per il paziente;
g.           Razionalizzazione delle relazioni operative tra ASP, AO, AOU, Ospedali classificati, IRCCS che operano nello stesso centro urbano, valorizzando l’idea che ha portato alla definizione/razionalizzazione di servizi/uffici  nelle aree metropolitane.
3.   EFFICIENZA, chi potrà permettersi “cattive abitudini”, personale in sovrappiù, ritardi, lentezze se chiunque può sapere che a distanza di pochi chilometri si fa di più e meglio nell’erogare questo o quel servizio?
a.           Accordi di tutoraggio e collaborazione con le Regioni per ognuna delle materie e dei settori ove sono presenti “migliori pratiche”, che possano consentire di assicurare ai siciliani, a costi invariati, una migliore erogazione del servizio;
b.           Investimenti adeguati per puntare alla piena capacità produttiva delle apparecchiature elettromedicali: migliore prevenzione, migliore diagnostica, per puntare al sistema delle “liste di attesa zero”;
c.           NON taglieremo i costi, li RISTRUTTURIAMO  attraverso il “Perché?” e il “Come?” si produce quel costo: utile, necessario, esigenza altrimenti fronteggiabile?
Tagliare, inoltre, è immorale e ingiusto:
( 1 )   immorale perché equivale al togliere ancora ai cittadini già penalizzati da decenni di concrezioni che hanno condotto la sanità siciliana sull’orlo del baratro;
( 2 )   ingiusto, perché i tagli lineari penalizzano le ASL e le AO più efficienti e lasciano immutati gli sprechi dove si annidano, risolvendosi solo in un piccolo taglio – proporzionale e lineare – dello spreco, perché il punto non è l’entità del taglio, ma quanto di quel taglio è taglio di sprechi.

Su tutto, i dati, quindi l’implementazione di un SISTEMA INFORMATIVO UNICO che permetta di cogliere anomalie e disfunzionalità prima che lo spread dagli standard assuma dimensioni non più gestibili che richiedono, poi, interventi pervasivi a danno dei cittadini.
Non è solo AgeNaS che lo ha segnalato, è una necessità di qualsiasi azienda evoluta dislocata su più sedi fisiche “impegnata” nella produzione di servizi differenziati.

Pensiamo, infine, che la Regione non possa essere assente dal tema “medicina difensiva”, che oggi appare il “motore” di spesa improduttiva al solo fine di evitare che un paziente “non accontentato” possa poi trasformarsi in un “attore” di una causa civile o in una denuncia penale.
Senza “togliere” nulla ai cittadini-pazienti, senza “togliere” nulla alle persone “per bene”, che, anzi, finiscono paradossalmente per essere penalizzate dai “furbi”.
Non si tratta, solo, di tranquillizzare le risorse umane, in particolar modo quelle impegnate sulla front line dove vi sono rischi maggiori e tempi minori per decidere, attraverso un aderente programma di risk management, ma di due ulteriori azioni:
1.   l’implementazione del Modello 231, anche se non ancora obbligatorio per le Aziende sanitarie;
2. l’accollo da parte della Regione di adeguate coperture assicurative per tutto il personale che si è mosso, con il solo scopo di fornire il servizio più adeguato al paziente, all’interno degli standard previsti.

COSA SI DOVREBBE FARE NEI PRIMI 100 GIORNI.

1.   allineamento dei bilanci preventivi 2013 e dei fabbisogni 2013 alle disponibilità finanziarie, alla luce delle programmazioni pluriennali in corso: con la conseguente COMPLETA  e TRASPARENTE  informazione ai cittadini;
2.   chiusura del III trimestre 2013 e del preconsuntivo: con la conseguente COMPLETA  e TRASPARENTE  informazione ai cittadini;
3.   avvio della ricognizione di tutti i contratti in sanatoria e/o  proroga, o ove sopravvivono altre situazioni su cui appare necessario intervenire perché si riverberano negativamente sui livelli qualitativi resi disponibili ai cittadini;
4.   avvio della ricognizione sulla sicurezza delle infrastrutture, ai sensi del dlgs 81 e definizione del quadro delle esigenze;
5.   avvio della due diligence sullo stato infrastrutturale e sulla efficienza/vetustà delle apparecchiature elettromedicali e definizione dei relativi quadri esigenziali;
6.   realistica analisi e valutazione del sistema dell’emergenza-urgenza e definizione delle misure correttive;
7.   definizione del Programma quinquennale di Legislatura alla luce della situazione finanziaria e degli indicatori quali-quantitativi AgeNaS. La situazione recentemente fotografata dal settimanale FOCUS (supplemento al numero di luglio 2012) su questi dati è estremamente preoccupante in termini di:
a.           appropriatezza, il che equivale, per rendere più chiaro questo termine:
“risorse economiche male impiegate”,
o, in alternativa, “posti letto sottratti a chi ne ha realmente bisogno”,
o  “diagnostica superflua allungando le liste di attesa o togliendola, soprattutto verso la fine dell’anno, a chi ne ha realmente bisogno”;
b.           standard di qualità da assicurare nei reparti che presentano una casistica insufficiente

Infine, lasciateci un sogno: il RITORNO NELLA SANITÀ SICILIANA DELLE TANTE ECCELLENZE SICILIANE DISPERSE in Italia e nel mondo mettendoli nelle condizioni di poter fare né più, né meno di ciò che già ora fanno al servizio di altri popoli.

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