LeAli alla Sicilia: disfacimento e ingovernabilità

“Avevamo visto giusto. Da agosto andiamo ripetendo che i tre candidati considerati forti, e per questo ossequiati e coccolati dal sistema dell’informazione, non avrebbero preso, l’uno sommato all’altro, neanche la metà dei voti dei siciliani. La realtà è andata oltre: meno della metà è andata a votare”, da questo si devono trarre le conseguenze, sostiene LeAli alla Sicilia.
“Non c’è alcun bisogno d’attendere la fine dello spoglio, capace solo di determinare una gara inutile. L’esito del voto è già chiarissimo: a. nessuno sarà in grado di governare; b. l’ipotesi di un accordo trasformistico, che metta assieme i perdenti, non è solo orrido, è ridicolo; c. il default mascherato diventerà evidente; d. il Pdl e il Pd ne escono massacrati, dimostrandosi incapaci di rappresentare alcunché; e. questo è un trauma che chiude un’epoca, per ripartire si dovrà tornare presto alle urne”.
“Non è detto che la politica capisca la lezione, perché largamente popolata da mezze figure, capaci solo di pensare a sé. Speriamo la capisca il resto della Sicilia, e che la capisca il sistema dell’informazione, dimostratosi largamente al di sotto dei propri compiti, invischiato nelle cordate che pensavano essere di potere, e che si rivelano d’impotenza. Nessuno si faccia illusioni: il Movimento 5 Stelle non è la causa, bensì l’effetto del disfacimento politico. A destra come a sinistra devono pagarla, altrimenti porteranno a fondo quel che ancora galleggia”.

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