Cons. Barranco: “Fare di tutto per evitare il dramma del dissesto finanziario”

Cefalù Web pubblica il documento letto e depositato agli atti, nel corso della seduta consiliare tenutasi ieri sera, dal Cons. Gioacchino Barranco (Cefalù Cambia).

“Presidente, Colleghi, Sindaco

la situazione di difficoltà in cui versa il nostro Ente e le continue prese di posizione di categorie lavorative, politici ed opinione pubblica mi spingono ad esprimere alcune considerazioni in merito a ciò che sta avvenendo al fine di evitare l’insorgere di confusione e smarrimento tra la cittadinanza. Il bene della cittadinanza, infatti, deve essere al centro del nostro operato e delle scelte che prendiamo in sede consiliare.

In questo momento l’intento di tutti coloro che prendono posizione in merito al tema dei debiti del Comune e del pericolo del dissesto finanziario, sembra essere quello di trovare un capro espiatorio a cui addebitare le responsabilità della difficile situazione economica che stiamo attraversando. La verità, però, non può essere mistificata e, per fortuna, risiede nelle “carte” che noi tutti Consiglieri Comunali abbiamo a disposizione e che è nostro dovere studiare per mettere ordine in quel “marasma” contabile che tutti conosciamo.

Proprio dallo studio di questi documenti emerge con chiarezza come, molti dei debiti che stanno pesando come un macigno sulla situazione finanziaria del nostro Comune, abbiano avuto origine non con questa amministrazione e nemmeno con quelle che l’hanno preceduta poco tempo addietro (faccio riferimento, per intenderci, alle amministrazioni Vicari e Guercio). Solo per fare un esempio, il famoso “debito Parlato” risale al 1974. A questo vanno aggiunte le somme di altri debiti fuori bilancio (Pernice, Misuraca, Giardina, Vazzana, Egv) maturati in contesti storici e politici diversi ormai lontani nel tempo. Le responsabilità, dunque, vanno ricercate tra chi si è succeduto, nel corso del tempo alla guida dell’amministrazione, ed ha sempre rinviato il pagamento di queste cifre lasciandolo, come una scomoda e pesante eredità, alle amministrazioni future.

Oggi, a causa del contesto economico nazionale che ci troviamo a vivere, a noi (mi verrebbe da dire per fortuna), non è più consentito di operare scelte così deleterie e miopi. L’occhio vigile della Corte dei Conti e la nostra coscienza ce lo impedisce e ci inchioda a porre rimedio a delle situazioni di difficoltà che noi non abbiamo creato ma con cui dobbiamo fare i conti.

Proprio per affrontare e risolvere queste criticità sono state prese dal Sindaco e da questo Consiglio delle decisioni che mi rendo conto possano passare come impopolari. Sto parlando dell’Imu sulla seconda casa che abbiamo alzato all’1,06%, dell’aumento dell’addizionale Irpef e del nuovo Regolamento per l’Occupazione del Suolo Pubblico. Queste scelte hanno spinto, negli ultimi giorni, la categoria degli albergatori a protestare in modo veemente minacciando la chiusura delle attività. Capisco che l’aumento delle imposizioni fiscali possa rappresentare un problema per l’economia di queste attività, ma ritengo inappropriata questa protesta a causa della forma che ha assunto e della tempistica con cui è stata presa. Chiudere le attività a novembre, periodo in cui, notoriamente, le strutture “alberghiere” vanno in letargo, non può essere un segnale forte come quello che sarebbe stato rappresentato dal chiuderle ad agosto, mese in cui la nostra città riscontra la più alta percentuale di turisti. Questo concetto non è l’espressione di un mio personale parere, ma è la sintesi di quello che la città pensa e di quello che si ascolta camminando per le vie di Cefalù.

Penso, comunque, che tale protesta possa essere fruttuosa almeno per una possibile conseguenza che porta in nuce: quella di rimettere il tema del turismo al centro dell’agenda politica di Cefalù.

Parlando proprio di turismo nella nostra città, non si può non far riferimento a ciò che ha significato negli anni, per Cefalù, il Club Med. Il fiorire delle strutture ricettive alberghiere che insistono sul nostro territorio si deve proprio al volano che il Club Med ha rappresento per la diffusione dell’immagine della nostra città nel mondo. Ed è proprio per questo che oggi voglio proporre al Sindaco ed al Consiglio Comunale di intitolare la strada che costeggia il Club Med alla figura di Gilbert Trigano che, nel 1957, inaugurò il villaggio di Cefalù. In quella struttura, nel tempo, hanno lavorato intere generazioni di cefaludesi: quello è stato l’inizio dello slancio turistico e lavorativo di molte componenti della nostra città.

E’ con rammarico che oggi, purtroppo, noto che nelle attuali strutture alberghiere trovano sempre meno posto lavoratori cefaludesi. E’ un dato su cui bisogna riflettere e su cui si deve cambiare tendenza.

Il concetto che voglio fare passare è relativo al fatto che tutte le categorie sociali della nostra città, albergatori, ristoratori, commercianti, professionisti, semplici cittadini, devono prendere atto che le misure che l’attuale amministrazione sta cercando di portare avanti, con la collaborazione fattiva anche di componenti dell’opposizione, sono volte ad evitare il dramma del dissesto finanziario. In caso di commissariamento, infatti, tutte le aliquote ed in generale la pressione fiscale, sarebbero alzate al massimo per 5 anni, con buona pace di ogni forma di protesta e rivendicazione sociale. Sarebbe il disastro per i cefaludesi e per Cefalù. Qualora, invece, questa amministrazione e questo Consiglio, riuscissero nell’ardua impresa di evitare il dissesto, le aliquote che sono state alzate quest’anno, potrebbero essere, in futuro, riportate a livelli più bassi, diminuendo, in modo graduale, il peso fiscale sulle tasche dei cittadini. Da una parte, dunque, abbiamo il baratro. Dall’altra abbiamo la scelta di compiere dei sacrifici che, nel volgere di qualche mese, potrebbero iniziare a far vedere i propri frutti. La mia coscienza personale, il mio amore per Cefalù e per i cefaludesi, mi impongono di fare di tutto per evitare di cadere nel baratro. Per questo ho collaborato con l’amministrazione per l’approvazione di tutti gli strumenti contabili che la Corte dei Conti ci ha chiesto di presentare fino ad arrivare alla mia presa di posizione sul Bilancio 2011, circostanza in cui ho dichiarato di essere pronto a dare una mano alla maggioranza per evitare che l’approvazione fosse bloccata a causa di un dato numerico.

E’ per queste ragioni che, anche questa sera, sono pronto, qualora la maggioranza ne avesse bisogno, a collaborare in prima persona per l’approvazione del Bilancio di Previsione 2012. Non ci sono altre strade: dobbiamo fare di tutto per evitare il commissariamento della città.

Per le stesse ragioni condivido la scelta di adottare il nuovo Regolamento per l’occupazione del Suolo Pubblico. Bisogna che il Comune metta a reddito nel modo migliore le risorse di cui dispone. I continui tagli dei finanziamenti regionali e nazionali non lasciano spazio ad altre soluzioni. Negli anni passati il suolo pubblico di Cefalù non è stato messo a reddito nel modo migliore ed ha comportato ricavi minori rispetto a quelli che si sarebbero potuti realizzare. Quando si parla di questo tema, però, non bisogna pensare esclusivamente al suolo di Piazza Duomo, ma occorre pensare anche al Lungomare. Quest’ultimo, infatti, non è interamente di proprietà del Comune ma appartiene anche al Demanio. Occorre, in un’ottica futura, sdemanializzarlo ed applicare nuove tariffe per la concessione del suolo pubblico anche in quella zona. Il Lungomare deve essere il motore del rilancio turistico e di immagine della nostra città ed occorre valorizzarlo nel modo migliore.

Questo mio documento vuole essere uno specchio dei miei intenti politici e delle ragioni del mio modo di agire e del modo di intendere la politica del gruppo che rappresentato e che mi ha consentito di essere eletto.

Per questo ritengo che oggi fare un’opposizione strumentale ed ideologica sia deleterio nei confronti della città intera. Occorre fare un’opposizione costruttiva e propositiva, che sia pronta a fungere da pungolo e da stimolo critico alla maggioranza senza preconcetti ma esclusivamente nell’interesse comune.

Ci troviamo a vivere una situazione di disagio economico e sociale tra le più gravi che la storia della nostra Repubblica abbia mai attraversato. Basti pensare che, nel primo dopoguerra il dato relativo ai disoccupati era pari al 8,4% mentre le proiezione OCSE per il prossimo anno lo attestano sul 12,7%.

In una congiuntura storica così grave abbiamo solo due strade: gettare la spugna e rassegnarci ad un futuro peggiore di quello che possiamo immaginare, o collaborare e lavorare al fine di uscire dalle sabbie mobili in cui siamo piombati.

Signor Sindaco, io non getto la spugna. Anche dai banchi dell’opposizione sono pronto a lavorare e collaborare per lasciare ai nostri figli una Cefalù migliore di quella che gli amministratori che nel tempo si sono succeduti alla guida della città hanno lasciato a noi”.

 

Gioacchino Barranco

Consigliere Comunale

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