I Ristoranti di Cefalù: Bruciati dalle tasse, oggi non si mangia

Il pomeriggio del 28 novembre, alle ore 15.30, presso il ristorante “Baglio del Falco”, si è tenuto un incontro tra la categoria dei ristoratori ed altre categorie commerciali.

La protesta, nata in questi giorni dagli albergatori e poi abbracciata anche da altre categorie importanti per l’economia cefaludese, chiede, in sostanza, un radicale abbattimento della pressione fiscale e contributiva.

Salvo Cimino, che fungeva da coordinatore della categoria, ha chiesto un abbattimento dell’IMU all’aliquota minima, infatti l’attuale imposta messa al massimo valore, causerebbe notevoli difficoltà ai ristoranti cefaludesi. Egli ha anche spiegato che l’aumento di queste tasse andrà a ricadere sul menù: i prezzi potrebbero essere maggiorati anche del 15%.

Giacomo Porcello, del Ristorante “Villa dei Melograni” sostiene di essere dispiaciuto per la situazione in cui versa l’Ente e ha fatto presente che una tale tassazione influirà negativamente sull’economia delle varie attività e soprattutto sull’indotto turistico, impoverendo la città.

Nicola Mendolia, del Ristorante “Al Porticciolo”, ha precisato che l’aumento dei prezzi, specialmente nel settore ristorativo, già tartassato pesantemente su base nazionale, etichetterebbe Cefalù ancora di più come una città cara, facendo scappare i turisti, i quali, in tempo di crisi, preferiscono sempre di più le mete economiche.

I ristoratori annunciano un giorno di protesta, solidali con i colleghi albergatori, chiudendo le loro attività Domenica 02 Dicembre per l’intera giornata.

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