Polizzi Generosa: cinquanta cartelle spiegano lo scioglimento per mafia

Un’amministrazione comunale predisposta a “sollecitazioni esterne”, un elenco di frequentazioni coperte da omissis, incarichi esterni e appalti per lavori affidati con condotte che police“rasentano l’arbitrarietà assoluta da parte dei dirigenti”. È questo il quadro delle cinquanta cartelle di relazione con cui si illustrano le motivazioni che hanno portato allo scioglimento per mafia del Comune di Polizzi Generosa, nel cuore delle Madonie. Il documento passa ai raggi x le vicende amministrative e politiche, i presunti rapporti degli amministratori con personaggi della malavita del territorio, e la conduzione degli affari correnti con particolare riguardo all’ufficio tecnico. La relazione si apre con una premessa forte che descrive l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Patrizio David come predisposta a “sollecitazioni esterne in considerazione dei legami di parentela e di frequentazione tra alcuni amministratori e soggetti ritenuti vicini alla criminalità organizzata”.

Gli ispettori parlano di “elevata capacità pervasiva della cosca che opera nel territorio” e definiscono “non certo casuale la scelta del Sindaco di nominare in Giunta soggetti da sempre vicini alle famiglie reggenti locali e di mantenere in settori, amministrazione e personaggi a queste legate”. Molta attenzione viene riservata a Vincenzo Cascio, ex vicesindaco che viene definito “figura di ampio spessore” a cui si vengono ricondotte “numerose frequentazioni”. Cascio viene indicato come “elemento di continuità” tra la giunta Glorioso in carica fino al 2008, di cui era stato membro, e la successiva amministrazione David di cui fa parte sin dal primo giorno. “Non conosco la relazione – ci spiega Cascio – ma sia io che l’amministrazione abbiamo operato con onestà.

Le mie frequentazioni sono state sempre alla luce del sole”. Nella relazione finiscono anche gli altri componenti storici della giunta di Polizzi, gli ispettori ne hanno vagliato attività professionali e legami di parentela. Le parole più dure vengono riservate agli atti della terza area amministrativa, quella dei lavori pubblici. Gli ispettori ci vanno giù duro. Parlando dell’albo delle ditte fiduciarie, si spiega che venne predisposto nel 2003 ma anziché aggiornarlo annualmente rimase immutato fino al 2010; tra le 22 ditte iscritte per gli ispettori ce ne sarebbero ben 13 legate “a personaggi di particolare rilievo”. Anche quando l’albo viene aggiornato le cose non sarebbero migliorate, si parla di “iscrizione di ditte senza alcun tipo di istruttoria e di nominativi non iscritti senza alcuna motivazione”. Opacità vengono descritte anche per i professionisti esterni per i quali si parla di “aggiornamenti superficiali”  e di scelte “rimesse alla discrezionalità del responsabile dell’Ufficio”. Per gli ispettori “le anomalie non risultano mai essere state sufficientemente attenzionate dall’amministrazione, nessun intervento è stato rilevato da parte del Sindaco e dell’assessore al ramo”.

Roberto Quattrocchi

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *