Diga di Blufi: ancora 160 milioni per completare l’eterna incompiuta

Fra le opere incompiute del territorio madonita senza dubbio il primato appartiene alla diga di Blufi. La grande opera, che dalle Madonie avrebbe dovuto portare acqua nelle province di Caltanissetta ed Agrigento, è tutt’ora Calogero-Brucatoincompiuta. La diga, progettata nel lontano 1963, avrebbe dovuto raccogliere 22 milioni di metri cubi d’acqua provenienti dal fiume Imera (ora diminuiti a 16 secondo alcuni studi), costituendosi di fatto come collegamento fra le dighe di Ancipa e Fanaco per distribuire l’acqua nelle province siciliane più aride. I lavori di costruzione furono avviati soltanto nel 1991, ma già un anno prima, nel 1990, diverse associazioni ambientaliste e gli abitanti della zona protestarono contro la realizzazione dell’opera, preoccupati per il forte impatto ambientale.
Superate le resistente degli abitanti, la prima interruzione avvenne nel 1996 dal momento che venne istituito il parco delle Madonie e non fu più possibile attingere materiale da cave comprese nella zona protetta. Nel 2001, la giunta regionale guidata allora Totò Cuffaro annunciò la ripresa dei lavori: per risolvere il problema che aveva causato l’interruzione dei lavori fu sufficiente prelevare il materiale necessario da cave fuori dalla zona protetta del parco. I lavori vennero nuovamente bruscamente interrotti dal Ministero dell’ambiente che riscontrò la mancanza della verifica di impatto ambientale. Ad oggi sono stati spesi, per la realizzazione della diga, circa 133 miliardi, mentre si necessita di circa 160 milioni di euro per completare i lavori.

Il Sindaco di Blufi, Calogero Brucato, intervistato dalla redazione di Madonie web, ha risposto alle nostre domande spiegandoci nel dettaglio la situazione attuale e i possibili sviluppi: “ciò che manca per ultimare l’opera è la copertura finanziaria: nel 2006 è stato stimato che servono 160 milioni di euro, oggi, considerando anche il costo di trasporto dei materiali inerti, saranno anche di più. Abbiamo provato a rivolgerci al Ministero per le Infrastrutture il quale ci ha risposto che, oltre ad essere indispensabile un adeguamento del vecchio progetto, non è il governo a rispondere della copertura finanziaria, bensì la Regione Sicilia. Per completare la diga, per la precisione, manca in particolare l’opera di sbarramento  la quale necessita di circa 6 milioni di metri cubi di materiali inerti.
Inoltre, sempre in merito alla realizzazione della diga, il Sindaco Brucato ci ha spiegato come non manchino gli oppositori: “alcuni geologi sostengono che il terreno non è del tutto ideale, in quanto argilloso. Il rischio sarebbe quello che la terra ben presto riempirebbe la diga. Inoltre, secondo studi, sarebbe necessario lasciare scorrere nel fiume almeno 10 litri d’acqua al secondo per non rovinare l’ecosistema.

La strada che potrebbe portare alla realizzazione della diga di Blufi, una fra le più imponenti opere incompiute in Italia, sembra ancora a lunga ed incerta. Nel frattempo l’amministrazione del piccolo paesino di Blufi non si perde d’animo ed ha già proposto, di concerto con l’università di Palermo, di istituire una sorta di museo-diga  per gli studenti universitari che studiano ingegneria.

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