Gangi, il flop delle case a un euro: solo 3 ristrutturate in 5 anni

 

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo dei consiglieri Comunali di Gangi afferenti a “Gangi Libera” riguardo all’iniziativa “Case a un euro”, lanciata dal comune madonita 5 anni fa, e che non ha prodotto risultati di rilievo.

 

gangiSono passati esattamente 5 anni da quando l’amministrazione comunale di Gangi ha lanciato l’iniziativa delle “Case a 1 euro” ed è forse tempo di bilanci. I numeri parlano chiaro, dal 2009 al 2014, data di oggi, sono state ristrutturate solo 3 case. Per la precisione il primo bando risale al 2009 e da allora sono stati stipulati 7 contratti, altri 2 sono in fase di stipula, e per altri 5 c’è un’istruttoria in corso. Mentre 23 sono ancora da assegnare. Di fatto, come già detto prima, ad oggi gli interventi completati sono solo 3.

Tirando le somme, è stata una buona iniziativa dal punto di vista mediatico. Gangi grazie a questa simpatica intuizione (suggerita ad onor del vero dal precedente tentativo che Sgarbi lanciò a Salemi) ha guadagnato qualche pagina di giornale, ciò a giovamento di tutti. Per questo non vogliamo sparare a zero sull’iniziativa, una delle poche, che in 7 anni di amministrazione Ferrarello, ci è piaciuta. Piuttosto vogliamo chiederci il perché di questo flop ed intervenire con gli eventuali aggiustamenti necessari affinché tutto non si riduca in una enorme bolla di sapone.

Ricordiamo bene il lancio mediatico dell’iniziativa: “Dove Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi ha fallito, Giuseppe Farrarello ha centrato l’obiettivo” ed altre avventate dichiarazioni come l’imminente vendita di 40 abitazioni o il prossimo arrivo di una ricca società di Ravenna che avrebbe in poco tempo realizzato un albergo diffuso. Era il 2011, ancora li aspettiamo, ma intanto giù con giornali e riviste. Peccato però che del fantastico tandem economico “turismo-edilizia” a Gangi non s’è visto nè punto nè poco. Tanto che, per nascondere queste cifre, che evidentemente suonano come una bocciatura anche alle orecchie di chi amministra, si cerca di farne marmellata con altre compravendite immobiliari che con l’iniziativa delle case ad 1 euro non hanno nulla a che fare. A meno che qualcuno non voglia dismettere i panni di amministratore per vestire quelli di agente immobiliare.

In definitiva i numeri di questa iniziativa appaiono irrisori se confrontati con le oltre 100 pratiche di decoro urbano che ancora attendono in qualche cassetto della stanza del Sindaco di essere finanziate! Perché, ci chiediamo, non si è voluta (o non si è saputa)  agganciare una delle tante misure europee per mandare in cantiere le tante pratiche giacenti, quelle si capaci, come dimostrato in passato, di migliorare radicalmente il nostro tessuto urbanistico ed innescare per davvero un circuito economico legato all’edilizia ed all’artigianato locale. C’è qualcuno che sente la responsabilità di questo enorme fallimento?

gangiii (1)Guardiamo con interesse a quanto accaduto a Petralia Sottana ed in altri comuni siciliani, dove s’è deciso, e si è riusciti, a realizzare un piano di edilizia popolare nel centro storico. Una idea che a Gangi era stata lanciata addirittura 20 anni fa. Anche in questo caso le economie sarebbero state totalmente diverse perché: 1) i possessori delle case avrebbero potuto avere qualcosa in cambio e non cederle gratuitamente, 2) in poco tempo sarebbero iniziati i lavori di diverse unità immobiliari con conseguente agio per professionisti e artigiani, 3) avremmo ripopolato il centro storico e creato le condizioni per l’inserimento di nuove attività, 4) avremmo rinnovato il tessuto sociale del nostro Comune. Chiaramente tutte le iniziative sarebbero state sovrapponibili. Pensate che strumento potente avremmo avuto a nostro agio!

Ahinoi…. altre idee potrebbero essere messe in campo se non ci si adagiasse sui presunti allori nati e cresciuti per nascondere quello che non c’è. Il re è nudo, e non basta sostituire la classica foglia di fico con un foglio di giornale. Per questo diciamo al sindaco: BASTA CON GLI SPOT! COMINCIAMO A PENSARE AL LAVORO, CHE NON C’E’!

I Consiglieri comunali

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