Formazione, vertenza Cefop, Cisl Scuola “negata cessione Cefop al Cerf, altri 408 lavoratori perderanno il posto”

“Sulla vicenda della mancata cessione in amministrazione straordinaria del complesso aziendale Cefop al Cerf, abbiamo assistito all’ennesimo atto di improvvisazione e incompetenza da parte della Regione, che avrebbe potuto esprimere prima un parere e trovare una soluzione, consentendo così l’operazione, invece di attendere quattro mesi. Ora a pagare il prezzo dell’incapacità dell’amministrazione regionale, sono come sempre i lavoratori. Cosi anche gli ultimi 408 degli iniziali mille lavoratori del Cefop, restano senza tutela, perderanno il posto e non riceveranno gli ultimi sei stipendi”. Ad affermarlo dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, sulla cessione dell’ente di formazione Cefop al Cerf, è Giovanni Migliore Segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione. Ad impedire la cessione è una delibera di giunta approvata nel 2013 dalla Regione, che stabilisce l’impossibilità a cedere rami di azienda, e alla quale ha rinviato ogni decisione e ha fatto riferimento l’Avvocatura dello Stato nel suo parere che era atteso ai fini dell’operazione. La Regione ha dunque fatto sapere oggi ai sindacati che non darà il via libera alla cessione dopo il parere dell’Avvocatura. “I lavoratori del Cefop, 300 dei 408 lavoratori che erano già stati selezionati per l’assunzione dal Cerf, ora rivolgono le loro speranze solo sul bando Prometeo messo in campo dal Ciapi di Priolo. Di conseguenza – continua Migliore – aumenterà la platea degli esclusi al bando Ciapi compresi i lavoratori degli enti revocati ai quali era rivolto, riducendo le possibilità per altri operatori. In tutto a perdere ogni salvaguardia, speranza e tutela saranno oltre 700”. “Oltre il danno la beffa anche del mancato pagamento poi degli ultimi sei mesi di stipendio”. Migliore conclude “ i lavoratori sono stanchi di assistere ad approssimazione ed improvvisazione, per questo anche la vertenza del Cefop sarà martedì mattina in piazza Indipendenza a manifestare tutto il dissenso contro una Regione immobile”.

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