Presentata al Sindaco di Cefalù una petizione sul rischio suidi

Preg.mo signor sindaco di Cefalù

Portiamo alla sua attenzione un annoso problema che affligge i cefaludesi e gli abitanti del comprensorio madonita, ovvero la presenza di un numero smisurato ed incontrollato di cinghiali e suidi. Il fenomeno, più volte passato alle cronache giornalistiche per la continua devastazione del suolo agro – silvi –pastorale, assume oggi connotati allarmanti per la incolumità della popolazione cefaludese.

 

chi_ha_paura_2Infatti, sig. Sindaco, i cinghiali o suidi sono giunti alle porte di Cefalù (le loro presenza è ben visibile nella c.da Testardita ed in c.da Cippone, zone densamente abitate) e costituiscono una costante minaccia per gli abitanti e per tutti coloro che risiedono in campagna o ivi si recano saltuariamente.

Evidentemente le brillanti menti che hanno deciso di introdurre tale animale pensavano che i cinghiali sarebbero rimasti quieti e tranquilli all’interno dei terreni contraddistinti dall’insegna Parco delle Madonie.

I cinghiali però non amano leggere e non sanno dove è Parco e dove, invece, inizia il terreno agricolo o le zone residenziali; né vi è un controllo da parte di coloro che gestiscono il Parco.

La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: tali animali, per dimensioni simili ad ippopotami (si tratta per lo più di incroci tra maiali e cinghiali) spadroneggiano indisturbati, anche in pieno giorno, distruggendo orti, vigneti, radici, tuberi, muretti a secco, terrazzamenti, recinzioni, canali di deflusso delle acque, segni lapidei; uccidano animali domestici, in particolare cani e galline, senza che i legittimi proprietari possano far nulla.

Così, negli ultimi anni, si è assistito ad una vera e propria confisca della proprietà a favore dei cinghiali e dei suidi, rimanendo ai legittimi proprietari solo il pagamento delle tasse legate alla proprietà.

emergenza-cinghialiNell’impotenza generale, tali animali sono divenuti talmente numerosi (non hanno un nemico in natura e si riproducono in modo esponenziale) da costituire un fenomeno inarrestabile ed allarmante sia per l’incolumità delle persone (sono numerosi gli episodi di attacchi a proprietari e ad ignari turisti) che per possibili epidemie.

Malgrado i danni al patrimonio botanico delle Madonie ed  all’agricoltura siano ormai visibili a tutti, anche ai più accaniti ambientalisti, nessuno sembra in grado di poter intervenire per porre fine a tale calamità creata dalla dabbenaggine umana.

La speranza, sig. Sindaco, è che non occorra la morte di qualche innocente per vedere il solito valzer di responsabilità (nessuno era competente e se lo era non aveva i mezzi per intervenire).

Una cosa è sicura., sig. Sindaco, ove non si farà qualcosa subito, dovrà rassegnarsi a vedere tali animali nel centro  abitato cefaludese, magari in P.zza Duomo e forse anche Ella subirà la stessa umiliante confisca che hanno subito i proprietari dei terreni agricoli, costretti a barricarsi dentro o stare sempre vigili per la presenza di tale pericoloso animale di cui, ci creda, se ne poteva fare tranquillamente a meno.

Tutti gli appelli dei sindaci dei vari comuni delle Madonie (Pollina, Castelbuono, Tusa,) sono caduti nel vuoto, così come tutti gli allarmi lanciati dai vari studiosi che hanno segnalato la prossima estinzione di endemismi unici e rari all’interno del Parco.

Senza volere indicare una soluzione, cosa, peraltro, che non ci compete, Le segnaliamo che alcuni paesi, come la Francia, hanno trasformato la calamità cinghiale in una risorsa economica, creando numerosi posti di lavoro.

Invero, già nel 2013, l’onorevole Magda Culotta, nel lanciare il grido di allarme (non c’è più tempo da perdere) sulle proporzioni esagerate dei suidi, aveva auspicato la creazione una filiera  alimentare che dia uno sbocco lavorativo.

Sarebbe auspicale l’intervento delle istituzioni sia a livello cittadino che regionale per istituire un tavolo tecnico, a cui magari potrebbero presenziare gli assessori alle risorse agricole ed alimentari ed alle attività produttive, le associazioni ambientaliste e quelle dei cacciatori per giungere ad una sintesi che coniughi tutte le legittime esigenze nel pieno rispetto del territorio e della fauna.

Cefalù 01 agosto 2014

Seguono oltre 200 firme
(La petizione è stata protocollata al Comune di Cefalù il 12/09/2014 prot. n. 21463)

A seguito delle numerose proteste dei cittadini madoniti, si sono svolti successivamente incontri tra i Sindaci (incluso quello di Cefalù che ha prodotto la superiore petizione) , il Presidente del Parco e gli amministratori regionali, che sembrano andare nella direzione di varare norme che consentano l’abbattimento di questi animali anche fuori dalla stagione venatoria e nel territorio del Parco delle Madonie.
Vedi servizio su RAI3 al TGR Sicilia andato in onda il 12 ottobre 2014

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