Bufera sul Consorzio autostrade siciliane: truccati gli appalti

Sei persone tra dirigenti e dipendenti del Cas, il Consorzio per le Autostrade Siciliane sono state raggiunte da unprovvedimento di misura cautelare e reale firmato dal gip del Tribunale di Messina ed eseguito dagli uomini della Dia di Catania e Messina. La Dia ha eseguito un sequestro beni per un milione di euro complessivo di beni nei loro confronti e di altri sei indagati. Tutti sono stati sospesi.

Sono complessivamente più di 57 le persone indagate: controlli e perquisizioni in diversi uffici. L’indagine riguarda distrazione di finanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche. I reati ipotizzati dal Gip, a vario titolo, sono peculato e falsità ideologica e avrebbero incassato degli incentivi non dovuti da un minimo di 30 mila a circa 160 mila ciascuno.

Secondo l’accusa molti progetti per cui sarebbero stati incassati i soldi non sarebbero stati conclusi o, addirittura, neppure esistiti. Il danno per il consorzio in due anni è stato stimato in oltre un milione di euro, e la Dia, in esecuzione del provvedimento del Gip, sta eseguendo, oltre a perquisizioni domiciliari e negli uffici, anche un sequestro beni equivalente per lo stesso importo. Sono settanta i decreti di pagamento al centro delle indagini della Dia sul Consorzio per le autostrade siciliane e riferiti a 60 opere da realizzare. Di questi, secondo l’accusa, tutti erano viziati di forma e alcuni erano completamente inesistenti perché mancavano i progetti.

Il Presidente del Cas Rosario Faraci – profondamente rammaricato per gli sviluppi della vicenda giudiziaria su fatti risalenti al 2012 e 2013 – manifesta, anche a nome della Amministrazione e della Direzione Generale, la totale fiducia nell’operato della Magistratura. Il CAS procederà, secondo legge, ad adottare ogni conseguente provvedimento, come per legge, nei confronti dei dipendenti in servizio destinatari delle misure interdittive disposte dal Magistrato.

 

POTREBBE INTERESSARTI