Amici a 4 zampe: e d’estate a volte arrivano i pidocchi…

Riprendiamo le nostre conversazioni sui parassiti esterni di cani e gatti per occuparci della pediculosi ovvero l’infestazione da pidocchi. Bisogna premettere che si tratta di insetti che si comportano come parassiti e sono altamente specie-specifici, per intenderci i pidocchi del cane non possono infestare il gatto o l’uomo e viceversa. Si, perché si tratta proprio di insetti diversi: il pidocchio umano è il Pediculus Humanus Capitidsi, si nutre di sangue ed è quindi ematofago. 

Il pidocchio del gatto è il Felicola sub rostrata, ematofago. I pidocchi del cane invece sono il Trichodectes Canis che si nutre di sangue e può dare ulteriori problemi in quanto funge da ospite intermedio di alcuni parassiti intestinali; e il Linognathus Setosus. Nessuno di questi può in alcun modo parassitare un ospite diverso dal suo ospite specifico, quindi se i vostri figli hanno preso i pidocchi non è sicuramente colpa del cane o del gatto! Evitiamo di ricorrere, perciò alla solita epurazione che prevede l’esilio a vita in campagna del povero pelosetto solo perché il bambino è tornato da scuola/spiaggia/palestra con i pidocchi. Cacciar via il cane o il gatto oltre ad essere crudele si rivelerà assolutamente inutile! Si capisce inoltre perché non possiamo usare sui nostri animali gli stessi prodotti usati contro i pidocchi umani.

I pidocchi hanno un ciclo vitale molto breve: la femmina depone le uova che rimangono attaccate alla base del pelo, da queste fuoriesce una ninfa e nel giro di 2-3 settimane si trasforma in un adulto, il quale vive circa un mese e non sopravvive al di fuori dell’ospite per più di 2-3 giorni. Bisogna sottolineare che la pediculosi è un’infestazione rara, comune solo tra animali denutriti, debilitati, cuccioli o individui molto anziani; io l’ho riscontrata per esempio in gatti provenienti da colonie di randagi in pessimo stato di nutrizione e con altre patologie preesistenti.

Ma quali sono i sintomiNormalmente vedremo sul pelo le lendini (uova), che possono misurare da 0,3 fino a 0,8 mm e molto raramente i pidocchi stessi in movimento. Uno dei segni più evidenti sarà il prurito: il nostro piccolo amico comincerà a grattarsi con insistenza in particolare attorno al collo e dietro le orecchie. Si noteranno inoltre dermatite a volte con presenza di papule, escoriazioni o croste e zone alopeciche ovvero prive di pelo. Nei cuccioli potrà essere riscontrata una forte anemia quando l’infestazione è da pidocchi ematofagi. La diagnosi oltre che visiva può essere anche microscopica, per intenderci se avete dei dubbi fate un salto dal vostro veterinario di fiducia il quale con un semplice esame microscopico vi dirà con certezza di cosa si tratta.

Ma come comportarsi in presenza di infestazione? Prima di tutto non preoccupatevi: i pidocchi sono molto più facili da eliminare di pulci e zecche. Posto che il contagio avviene per contatto diretto, una pulizia periodica e approfondita di cucce, cuscini, tappeti e copertine, eviterà la diffusione dei pidocchi ai vari animali che convivono nello stesso ambiente. Spazzolare frequentemente cani e gatti aiuta a rimuovere una certa quantità di uova, ma la terapia più semplice ed efficace è ovviamente l’applicazione di comuni antiparassitari: normalmente quelli efficaci contro pulci e zecche sono molto efficaci anche contro i pidocchi, ne esistono in spray, polvere, in gocce ed anche in compresse da somministrare per via orale.

Sarà utile ricordare che il trattamento antiparassitario deve essere effettuato contemporaneamente su tutti gli animali della stessa specie presenti in casa. Inoltre poiché gli antiparassitari sono adulticidi, uccidono cioè solo gli adulti ma non le uova, dovrebbe essere effettuato un secondo trattamento antiparassitario 14 giorni dopo il primo per eliminare i parassiti che verranno fuori dalle uova sopravvissute.

Dott.ssa Maria Concetta Cassata

POTREBBE INTERESSARTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *