La senatrice Vicari insultata sul web, hackerati i suoi siti

“La legalità ha avuto la meglio nonostante le gravi minacce sui social e gli attacchi degli hacker sul mio sito, il tutto per aver voluto solo il rispetto delle regole e della normativa sanitaria” così la senatrice di Alternativa Popolare Simona Vicari a proposito dell’emendamento che vieta la vendita online delle sigarette elettroniche, e che l’ha fatta finire nel mirino. Numerosi gli insulti sulla pagina della senatrice.

A causa della mancanza di controlli amministrativi alcune aziende di sigarette elettroniche, tramite comportamenti elusivi ed evasivi hanno fatto sì che lo Stato incassasse molto meno di quanto dovuto. – ha detto la Vicari sulla vicenda- In virtù del contenzioso pendente alla Corte costituzionale dopo un rinvio del Tar queste stesse aziende hanno applicato l’imposta di consumo non sulla quantità del liquido (come previsto) ma solamente sulla quantità di nicotina pagando così solo 1/10 di quanto dovuto al Fisco! Una autentica truffa ai danni delle tasche degli italiani.”

A causa di questa giungla amministrativa e contabile il commercio online di prodotti contenenti nicotina ha potuto così proliferare soprattutto sui siti web di aziende estere e permettendo che alcune vendite non venissero regolarmente registrate e dichiarate, come quelle ai minorenni. Grazie a questo caos questi prodotti vengono a tutt’oggi venduti senza alcun controllo (sanitario e fiscale) anche dentro negozi non autorizzati dove il liquido viene addirittura diluito per ottenere un quantitativo superiore da vendere.

“Ecco perché – continua la senatrice – con il mio emendamento, ho voluto non solo porre fine ad un autentico traffico illegale di nicotina ma, soprattutto, permettere che ogni singolo prodotto messo in vendita sia preceduto da un controllo che ne permetta la tracciabilità senza dimenticare l’aspetto sanitario e il recupero di un gettito di circa 10 milioni di euro, ad oggi non versato a danno delle tasche di tutti gli italiani – prosegue l’esponente di Ap- Le regole sono uguali per tutti. E da oggi anche per quegli operatori che protestano a causa della fine di un privilegio illegale ed abusivo” ha concluso.

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