LiberaTe, 3 giorni al Femminile in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne

Libera tu, Libera io, Libere tutte e quindi Liberate, ma anche un invito: Libera te da ogni coercizione, materiale, psicologica, culturale. Libere di sognare, di desiderare, di sbagliare, di fuggire e di ritornare, libere come ciascuna vuole. Qualunque sia il tempo e la fatica che ci vuole, noi non smettiamo di volere. E a quegli uomini che vorrebbero fermarci con mano violenta, rispondiamo con la forza delle idee e la determinazione di condividere con l’intera comunità i nostri desideri.

A partire da venerdì 24 novembre, riunendo a Casa Speciale quanti vorranno ascoltare come attraverso il tempo e le pagine scritte, le donne hanno sempre trovato la forza di “dire”, perché le parole si facessero storia e ci consegnassero alla storia, con un incontro di letture e riflessioni a cura dell’associazione CeReS e in collaborazione con l’Accademia dei Curiosi. Quest’ultima, insieme alla associazione Sant’Anna onlus e alla cooperativa Sant’Antonio, sempre venerdì ma alle 20.00, presso il ristorante “Giardino di Venere” organizza una serata di solidarietà per il Centro Antiviolenza di Castelbuono, essenziale servizio di sostegno per quelle donne che trovano il coraggio di uscire dal tunnel della violenza. 

Sabato, alle 12.00 in piazza Margherita, un folto gruppo di donne, italiane e straniere, castelbuonesi e non, esprimeranno con la gioia del movimento quanto il proprio corpo non possa e non debba essere toccato dalla violenza, quanto piuttosto dalla bellezza della musica.

Sempre sabato, alle  ore 21.00 presso il Centro Sud (ex Chiesa del Crocifisso) andrà in scena “Spazio, datemi spazio per dolcissima muovermi ferita. Ovvero: la poesia nella cruda realtà”, ideazione e drammaturgia di Giuditta Perriera e Stefania Sperandeo, con Giuditta Perriera  e la partecipazione di Giuseppe Carrozza, Giuseppina Palumbo e Stefania Sperandeo. Uno spettacolo su donne violate, donne uccise, donne maltrattate. Donne che si rialzano a testa alta e ricominciano a vivere. Un universo, quello femminile, complesso e ancora schiacciato da una cultura dominante maschile. Eppure le donne mantengono la dolcezza e l’ostinazione di andare avanti, di innamorarsi, di costruire. E di questo vogliono morire: di cantare la vita, di svelarne il peso e di sentirne la gioia.

Domenica, alle ore 18.00 sempre al Centro Sud, si continua con il teatro con la storia di Antigone in un Racconto-Laboratorio per le nuove generazioni dal titolo “Parole e sassi”, ideazione e drammaturgia di Renata Palminiello, Letizia Quintavalla, Patrizia Romeo, Agnese Scotti, Rosanna Sfragara, direzione artistica di Letizia Quintavalla e con Simona Malato.

Antigone è una antica vicenda di fratelli e sorelle, di patti mancati, di rituali, di leggi non scritte e di ciechi indovini; è stata narrata nei secoli a partire dal dramma scritto dal poeta greco Sofocle  nel 440 a.C.. Ora, diciannove attrici, ognuna nella propria regione, solo con un piccolo patrimonio di sassi, la raccontano alle nuove generazioni, che a loro volta la racconteranno ad altri. I sassi fissano simbolicamente le parole e legano tra loro pensiero e azione. A volte mossi come su una scacchiera, altre lasciati immobili sulla terra o scagliati nell’ira, i sassi diventano suggeritori di gesti dai quali si snoda la tragedia.

E proprio dall’Antigone, quella di G.Wolf e S. Rao, possiamo cogliere il senso di questi 3 giorni: Tiresia – Mi chiedo cosa mi spinge, una volta dopo l’altra, a raccontare questa storia di coraggio e di lutti. Forse la speranza che quelli che ascoltano possano guardare e capire le azioni degli esseri umani.

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