Fisco: come sopravvivere agli studi di settore

Grazie al prezioso aiuto di un esperto in materia, l’Avv. Maurizio Villani, Lo “Sportello dei diritti” ha pubblicato un vademecum che elenca pratici consigli su come difendersi dagli studi di settore. La Corte di Cassazione ha affermato che i parametri o studi di settore rivelano valori che, quando eccedono il dichiarato, integrano il presupposto per il legittimo esercizio dell’accertamento da parte dell’Ufficio.

Lo studio di settore deve essere necessariamente svolto in contraddittorio col contribuente, sul quale incombe l’onere di allegare e provare la sussistenza delle condizioni che giustificano l’esclusione dell’impresa dall’area dei soggetti cui possono essere applicati gli standard o la specifica realtà dell’attività economica nel periodo di tempo in esame, così da giustificare un reddito inferiore a quello considerato “normale”. All’ente impositore fa carico, invece, dimostrare l’applicabilità dello standard prescelto al caso concreto oggetto di accertamento, con le ragioni per le quali sono state disattese le contestazioni sollevate dal contribuente. L’esperimento del contraddittorio col contribuente costituiscono elementi essenziali della validazione, da parte del giudice, dell’accertamento fiscale basato sugli studi di settore. L’elaborazione statistica deve essere adeguata alla realtà reddituale del singolo contribuente.

Direttamente riconducibile all’accertamento basato sugli studi di settore anche la determinazione della percentuale di ricarico, senza valutare le giustificazioni addotte e le circostanze proposte per dimostrare l’eventuale allontanamento della sua attività dal modello normale. L’accertamento basato sugli studi di settore non può esaurirsi nel mero rilievo dello scostamento del reddito dichiarato, ma deve essere integrato con le ragioni per le quali sono state disattese le contestazioni sollevate dal contribuente .

La giurisprudenza di merito, confermata dalla Corte di Cassazione con i principi sopra esposti,  ha così motivato, dando rilievo ad una serie di elementi forniti dal contribuente, quali l’assenza di irregolarità contabili nella fatturazione; il contesto economico-sociale degradato, con conseguente ridotta capacità di guadagno compatibile con il reddito dichiarato; la clientela con scarse capacità reddituali; la mancanza di indizi di evasione fiscale. I contribuenti  possono contestare gli studi di settore citando la suddetta giurisprudenza della Corte di Cassazione.

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