Al Museo Civico di Castelbuono il progetto espositivo dei Masbedo

Qual è il rapporto dell’artista contemporaneo con l’arte del passato? La storia dell’arte può essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni? E’ questo il ragionamento alla base del progetto espositivo pensato dai MASBEDO (Nicolò Massazza, Milano 1973, Iacopo Bedogni, Sarzana 1970) per il Museo Civico di Castelbuono.  La mostra, che inaugura domenica 17 dicembre alle ore 12.00, a cura di Laura Barreca e Paola Nicolin, presenta quattro lavori: Fragile (2016), un video mono canale prodotto dai Musei Reali Galleria Sabauda di Torino e qui esposto su monitor; Handle with care (2016), pensato originariamente come video installazione a 6 schermi e rielaborato specificatamente per l’istituzione castelbuonese come una complessa installazione fotografica; il video monocanale Madame Pinin (2017), inedita produzione dei MASBEDO e, infine, Manifesti di falsi colori (2017), installazione multimediale, anche quest’ultima realizzata site specific.

Il tema centrale della mostra indaga la relazione tra il mondo dell’immagine e la conservazione, la creazione intesa come pulsione/effervescenza/forma in opposizione al concetto di fine, ineluttabilità del tempo, la necessità di una cura. Tutte le opere in mostra nascono da riferimenti visivi e mentali che si sono evoluti in forma fisica e psichica nella forma ibrida tra indizio/performance/opera installativa/video. L’intero progetto espositivo è appositamente pensato per gli spazi del Castello dei Ventimiglia, sede del Museo Civico, e raccoglie fotografie estratte dalla video installazione Handle with care (video installazione a più canali esposta nel 2016 alla Reggia di Venaria di Torino per il progetto The Classroom a cura di Paola Nicolin).

Il video Fragile mette in scena la storia di un giovane mentre visita le sale della Galleria Sabauda di Torino in compagnia di un pavone. Passeggiando tra i capolavori dell’antichità, oggetti simbolici di bellezza archetipica, la presenza del pavone sottolinea l’essenziale precarietà dell’animale vivente e della sua menomazione che lo rende inabile a rappresentare la sua stessa natura. L’immagine è altamente suggestiva perché resa ancor più drammatica nel vuoto delle sale, di fronte all’immobilità definitiva dei personaggi dipinti. Il tema principale di questi lavori è il concetto di “cura”: l’animale anziano, oggetto delle cure del suo padrone è una metafora dell’impasto tra una vanità svanita e l’eterno viaggio nella bellezza, un viaggio che Rainer Maria Rilke definiva come “il tremendo al suo inizio”. La fragilità dell’arte, a cui allude il titolo dell’opera, impegna lo sguardo dell’osservatore e ammonisce sulla necessità di provvedere alla salvaguardia dell’arte e del patrimonio culturale. Una metafora che rammenta la necessità della conservazione e della cura del nostro patrimonio artistico e culturale come forma di resistenza al tempo e all’incuria dell’uomo.

Infine sarà presentato in anteprima assoluta il video Madame Pinin (2017). Un ritratto pittorico su dettagli di mani, viso e occhi, della restauratrice Pinin Brambilla Barcilon, la donna che con un delicatissimo intervento ha salvato L’ultima cena, capolavoro di Leonardo Da Vinci, oggetto di una campagna di restauro memorabile durata 22 anni, la più discussa al livello artistico, la più importante di tutti tempi a livello storico, la più ammirata e contestata da tutti i media del mondo. Gli artisti hanno inquadrato come una lente d’ingrandimento i dettagli del corpo della donna, quei dettagli che in una lotta estenuante hanno fatto riaffiorare la luce e i colori del capolavoro di Leonardo.

Il Museo Civico di Castelbuono che nella propria collezione ospita le preziose collezioni permanenti con manufatti artistici del passato, dai reperti archeologici, ai capolavori dell’arte orafa, presenta al pubblico un progetto espositivo contemporaneo, una riflessione come dialogo con la storia dell’arte. Un progetto che sottolinea il ruolo del museo come luogo in cui gli artisti di ogni generazione hanno l’opportunità di confrontarsi con la tradizione artistica e la sua linfa vitale che attraversa i secoli, rendendola sempre nuova agli occhi del visitatore. Al termine della mostra, i MASBEDO doneranno al Museo Civico una testimonianza della loro opera, che entrerà a fare parte della collezione permanente dell’istituzione.

Recentemente i MASBEDO sono stati impegnati per Romaeuropa Festival in una jam session visiva e musicale con l’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, diretta da Sir Antonio Pappano, che ha inaugurato la stagione sinfonica con Król Roger, il “Re Ruggero” firmato nel 1924 dal compositore e pianista polacco Karol Szymanowski.

 

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