La raccolta differenziata per uscire dall’emergenza ma in Sicilia funziona solo nei piccoli centri

La raccolta differenziata in Sicilia funziona nei piccoli centri, è un disastro invece nelle città. La classifica dell’ufficio speciale della Regione (diretto da Salvo Cocina che adesso si è spostato a dirigere il Dipartimento rifiuti) diventa così lo specchio dell’emergenza rifiuti che in Sicilia ha raggiunto livelli allarmanti. Tanto che nel giro di qualche giorno la discarica di Bellolampo sarà satura.

Da una settimana è stata chiusa per 50 comuni della provincia di Palermo. In questo quadro il comune più “riciclone” della Sicilia è Giardinello, un paese di 2.300 abitanti della provincia di Palermo. Nella classifica elaborata dall’ufficio speciale della Regione siciliana Giardinello è al primo posto con il 78,18 per cento della raccolta differenziata.

Il dato si riferisce all’ultimo trimestre del 2017 ed è aggiornato al 19 dicembre. Potrebbe quindi subire lievi ma non significative variazioni. Dietro Giardinello si piazzano, nella classifica della differenziata, Sambuca di Sicilia (77,52 per cento), Rodi Milici (76,65), Giuliana (76,31), San Cono (75,71) e Santa Teresa di Riva (75,19). Sono dunque i piccoli centri a risultare tra i comuni più virtuosi, dove il servizio della differenziata è entrato nella pratica quotidiana dei cittadini.

A Rodi Milici, per esempio, nel mese di settembre la raccolta differenziata ha raggiunto il record del cento per cento. Va molto male invece nei grandi centri e soprattutto nelle città metropolitane, come ha sottolineato nel corso di una conferenza stampa anche il Presidente della Regione Nello Musumeci. Messina, con il 13,36 per cento di differenziata, si piazza al posto numero 272. E precede sia Palermo (13,36) sia Catania (8,56). Nessun capoluogo figura nei primi 250 posti.

C’è un grave problema porganizzativo e strutturale ma anche un problema culturale. Anche chi la differenziata la fa perchè costretto abitando in una zona dove è obbligatoria la considera solo una grande seccatura. E la vulgata popolare parla di sforzi inutili perchè poi tutto finisce ugualmente in discarica.

Il governo è già al lavoro per mettere a punto un piano per trasferire i rifiuti all’estero. Musumeci pensa alla Francia o alla Germania, come ipotetiche destinazioni da raggiungere attraverso le autostrada del mare. “Faremo un bando – dice – per il trasferimento dei rifiuti in discarica dai porti di Palermo, Catania, Messina e Augusta” dice, mentre “entro aprile conta di dare alla Sicilia un nuovo piano regionale sui rifiuti”. Di termovalorizzatori, al momento non parla, ma “dovrebbero servire a bruciare circa il 10 per cento di frazione residua dei rifiuti”. Quindi con la differenziata a regime. Servono impianti di compostaggioo e numerose altre infrastrutture. E per farle serve tempo e, soprattutto, volontà.

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