Addio a Rita Borsellino, morta la sorella del giudice Paolo

Era malata da tempo: si è spenta oggi a Palermo, la città sua e del fratello Paolo. Rita Borsellino aveva 73 anni e ha speso la sua esistenza per la più importante delle battaglie, quella di mantenere viva la memoria del giudice Paolo Borsellino.

Per questo è stata europarlamentare del Partito Democratico dal 2009 al 2014 e per questo non aveva mai smesso di partecipare alle commemorazioni del 18 luglio. Persino quest’anno, sebbene costretta su una sedia a rotelle, c’era in Via D’Amelio.

Con la dignità di chi non si piega al dolore, ma lo attraversa per farne vita, ha dato a tutti una lezione di forza e compostezza, anche quando la sua storia è cambiata inesorabilmente dopo i fatti del 1992. Da allora il suo obiettivo era quello di intercettare i bisogni di quanti avevano subito danni e disgrazie per via della mafia.

Nel 1995 divenne vicepresidente di Libera. Dal 1998 è presidentessa dell'”Associazione Piera Cutino – guarire dalla talassemia”, associazione senza scopo di lucro che promuove la ricerca medica contro la talassemia.
Alla fine del 2005 si è intensificato il suo impegno politico accettando la proposta, veicolata dalla coalizione di centrosinistra nonostante le idee politiche del fratello, simpatizzante del Movimento Sociale Italiano, di candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana nelle amministrative della primavera 2006. La sua candidatura è stata sancita dallo svolgimento di elezioni primarie (il 4 dicembre), nelle quali la Borsellino ha ottenuto il 66,9% dei consensi superando il suo contendente Ferdinando Latteri, rettore dell’Università di Catania. Poi l’esperienza da europarlamentare.

Gli ultimi anni, quelli della malattia, sono stati pure quelli in cui più cupa e dolorosa si è fatta la ricostruzione dello scenario nel quale morì Paolo Borsellino. E lei, Rita, non ha perso la voce, nelle manifestazioni pubbliche, per chiedere “non una verità, ma la verità”. Per stringersi attorno ai figli di Paolo. Attorno a Fiammetta, ultima portavoce dello sgomento di una famiglia che denuncia quel quarto di secolo “trascorso fra schifezze e menzogne”. “Le parole di Fiammetta? Sono Vangelo”, il commento di Rita che è morta ieri ma è vissuta due volte, nell’impegno civile e in un centrosinistra che ne è rimasto irrimediabilmente debitore.

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