Pioggia di miliardi per le ferrovie siciliane, Comitato pendolari: “Basta annunci. Vogliamo il piano di investimenti”

Il Comitato Pendolari di Sicilia, nelle parole del suo presidente Giosué Malaponti risponde alle dichiarazioni dell’Amministratore delegato di RFI Maurizio Gentile che ha snocciolato alcuni degli interventi previsti nel piano degli investimenti da 14 miliardi per la Sicilia. “Riteniamo opportuno e doveroso fare presente all’Ad Gentile e all’opinione pubblica che l’ennesimo annuncio sui tempi di percorrenza della Catania-Palermo continua ad essere una presa in giro per la Sicilia e i siciliani (alta velocità, velocità light, etc) – esordiscono nel comunicato – ed è veramente riduttivo parlare della sola Catania-Palermo”.

Nel Contratto Istituzionale di Sviluppo firmato nei primi mesi del 2013 veniva previsto proprio per la Palermo-Catania di portare i tempi di percorrenza dalle attuali 2 ore e 45 (che poi nella realtà sono sempre circa 3 ore)  a 2 ore e 30 entro il 2014. Peccato che siamo nel 2018 e per arrivare da Catania a Palermo ci vogliono sempre 3 ore circa.

“Se vogliamo andare un po’ a ritroso di qualche anno – spiega Malaponti – precisamente nel 2009, dopo l’operazione “Freccia Rotta”, Rfi Spa (Rete Ferroviaria Italiana) – aveva chiesto ed ottenuto nel Contratto di Programma 2007-2011, 30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare l’attuale tracciato della Catania-Palermo, portando i tempi di percorrenza al di sotto delle 2 ore e 30. Come mai Rete Ferroviaria Italiana Spa dal 2009 ad oggi non ha mai dato seguito a questo Contratto di Programma? Se oggi, con appena un miliardo di euro, si penserà a raddoppiare una piccola parte, tutto il resto, quando verrà ammodernato?”

Al danno la beffa di un raddoppio che non verrà mai raddoppiato, tenuto conto che dal 2003 ad oggi la spesa prevista per ammodernare tutta la rete ferroviaria era ed è di oltre 14 miliardi, ma quando si parla di Sicilia arrivano appena le briciole. Per esempio, su un investimento di circa 6 miliardi sulla Napoli-Bari, sono stati finanziati circa 3 miliardi, mentre per la Catania-Palermo per cui la spesa prevista era di circa 6 miliardi, sono stati finanziati appena 823 milioni. Lavori che devono ancora iniziare. I siciliani aspettano ancora di vedere realizzate quelle opere che furono iscritte nel primo APQ (Accordo di Programma Quadro) tra Regione Siciliana (Cuffaro Presidente) e il Ministero dei Trasporti (Lunardi Ministro), quasi vent’anni fa,  e precisamente nei primi giorni di ottobre del 2001. Questo il quadro della situazione nell’intera rete siciliana:

Raddoppio Catania-Palermo – Il raddoppio della Catania-Palermo doveva essere l’unica linea ad alta velocità e capacità a collegare Palermo con Catania in 1 ora e 20 minuti, mentre sembra che finisca la sua corsa veloce da Catania a Raddusa-Catenanuova e il rimanente tracciato resterà ad unico binario anche se verrà ammodernato, chissà quando, in considerazione che al momento non ci sia alcun importo finanziato.

Castelbuono-Patti – nel 2003 erano previsti per il raddoppio 4,3 miliardi oggi scomparsi dai finanziamenti e non se ne parla nemmeno.

Fiumefreddo-Giampilieri – Fino a quando non vedremo posta la prima pietra e l’apertura dei cantieri non ci bastano le conferenze dei servizi che restano solo dei passaggi obbligati.

Caltagirone-Gela – La linea è chiusa dall’11 maggio 2011 per il crollo di alcune arcate del ponte ferroviario, finito di demolire nell’ottobre 2014 ed anche qui un nulla di fatto a distanza di sette anni e mezzo e non si hanno date certe nonostante siano stati finanziati 90 milioni di euro per la riapertura e la messa in sicurezza degli altri viadotti del tracciato.

Gela-Canicattì – in questa tratta sono stati spesi per ammodernamenti 35 milioni, da oltre tre anni e mezzo, lasciando la stessa ancora non elettrificata.

Alcamo-Trapani Via Milo – Linea ferroviaria chiusa per smottamenti dal 25 febbraio 2013 e ad oggi non viene prospettato nessun intervento di riapertura, se non il finanziamento sbandierato di circa 70 milioni risalente a circa 4 anni fa che è diventato oggi di oltre 140 milioni ma di date certe di inizio lavori non se ne parla.

Velocizzazione della Alcamo-Trapani – nel 2003 erano previsti 300 milioni

Velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela – nel 2003 erano previsti 600 milioni

Catania Centrale interramento stazione nel 2003 erano previsti 427 milioni

Velocizzazione Bicocca-Targia – nel 2003 erano previsti 76 milioni

“Di tutte queste opere elencate qualcuno ci potrà spiegare lo stato dei lavori e/o dei finanziamenti che in alcuni casi dal 2003 ad oggi sono stati quasi raddoppiati? – denunciano- E’ possibile avere il quadro degli investimenti infrastrutturali previsti nei 14 miliardi da spendere da  in Sicilia da oltre 15 anni? E’ possibile altresì venire a conoscenza del Piano degli Investimenti aggiornato con il relativo cronoprogramma che stabilisce tempi, modi, progetti e finanziamenti già confermati?

“Non sorprende la dichiarazione di qualche mese fa dell’Ad di Rfi Spa Gentile in cui affermava che in Sicilia non serve l’alta velocità. Basterebbe la “normale velocità” – aggiungono dal Comitato – Anche quella per ammodernare e velocizzare tutte le infrastrutture ferroviarie esistenti, dando così ai siciliani la possibilità di poter viaggiare in condizioni più umane e dignitose”.  E annunciano battaglia: “Continueremo sempre, con ogni mezzo legale, la nostra battaglia per una mobilità eco ed equo-sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia da quella gogna di arretratezza in cui è stata relegata volutamente non solo da una classe politica regionale poco attenta ai bisogni dello sviluppo del territorio ma anche da parte dei parlamentari nazionali, che in tutti questi anni, non hanno portato avanti un attento programma di progettazione e di finanziamenti per cercare di fare uscire il territorio siciliano da quel gap infrastrutturale che ha allontanato la Sicilia dal continente Italia”.

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