Le Ali alla Sicilia: prepensionamenti e bancarotta

“Sono fuori di testa e negano a sé stessi la realtà. L’assessore Nicola Vernuccio ha un dubbio: il prepensionamento dei dipendenti regionali può essere stabilito per legge o per atto amministrativo? No, va combattuto, escluso, proibito – ha detto Davide Giacalone, di LeAli alla Sicilia -. Questa è incoscienza allo stato puro, perché sono in bancarotta e ancora pretendono di fare regali con i soldi degli altri”.
“La Sicilia spende, ogni anno, 1 miliardo e 740 milioni per pagare gli stipendi al personale. I dipendenti regionali hanno 45 giorni in più degli statali per assenze retribuite, mentre possono non andare al lavoro per 9 mesi senza che il loro stipendio sia intaccato. I premessi sindacali sono 10 volte quelli degli statali. Questa estate l’assenteismo per (falsa) malattia s’è impennato. Prendono regali sia per i matrimoni (150 euro) che per i funerali (1000 euro, bella cosa, guadagnare sui morti!). Per i pensionati è stato creato un fondo (17 milioni) che elargisce prestiti, a tasso agevolato, mentre regalie sono previste sia per le loro associazioni (2300 euro) che per il loro turismo (300 euro a viaggiatore). In queste condizioni, indecenti e immorali, questi matti pensano ad altri privilegi, ad altra spesa da sommare alla bancarotta”.
“Ci dicono che siamo contro i dipendenti regionali. Si sbagliano: siamo contro la macelleria sociale cui sono sottoposti i loro figli, parenti e amici. Per ogni posto improduttivo, mantenuto per clientela, si bruciano due posti produttivi. Per due posti produttivi bruciati si cancellano crescita, libertà e consumi. Noi siamo dalla parte dei siciliani, fra i quali ci sono anche i dipendenti regionali e i precari delle pubbliche amministrazione, ma siamo contro i macellai sociali che li prendono in giro e, per coccolarli, affamano il mondo che li circonda. Se poi c’è – ha concluso Giacalone – qualche dipendente regionale che pretende il mantenimento di questa dissennatezza, allora sì, senza problemi, siamo anche contro questi signori”.

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