Ingroia e Abbate: Astensionismo? La mafia non ha votato.

«La mafia c’è, è presente e guarda sempre la politica. Nei momenti di passaggio, se non ha già accordi stabiliti si prepara a trattare la scadenza politica nazionale, troppo vicina per non guardarla con interesse. Potrebbero cominciare da qui in poi le trattative». Così il procuratore di Palermo Antonio Ingroia ha commentato l’astensionismo nelle carceri siciliane in occasione delle elezioni regionali.

Per il procuratore aggiunto si tratta di «un gesto plateale di disimpegno elettorale da parte del mondo del carcere, riferibile a Cosa Nostra che è anche una minaccia per le future elezioni politiche. Una situazione che, però, potrebbe essere l’occasione per un colpo di reni del Parlamento per approvare in fretta la legge sullo scambio elettorale politico-mafioso che lo stesso ministro Severino si è impegnata a far approvare».

Anche Lirio Abbate, giornalista, trae le medesime considerazioni: “La mafia si è astenuta in questa tornata elettorale per eleggere il nuovo governatore” della Sicilia. Si può “affermare con certezza che i boss detenuti hanno preferito non votare”.

“L’astensione così massiccia in tutta la Sicilia non era mai avvenuta anche fra i detenuti, tanto che i seggi aperti nelle carceri sono stati deserti . Nessuno di loro si è presentato a votare. Su 7.050 detenuti hanno votato solo in 46: ma si tratta di carcerati comuni e non di mafia”. E al carcere di Pagliarelli a Palermo, “dove si trovano rinchiusi i mafiosi, su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale. Stesso identico atteggiamento a Catania, Agrigento e Caltanissetta”.

 

 

 

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