Cefalù – Arriva il dissesto – Sale la conflittualità sociale

Dissesto. La “minaccia” che pendeva sul Comune di Cefalù come una spada di Damocle è, purtroppo, diventata realtà.

Nella giornata di ieri, la Corte dei Conti ha inviato una comunicazione in cui accennava al contenuto della delibera che motiverà, dal punto di vista giuridico, la decisione presa dai giudici contabili.

Come già accennato dal Sindaco Lapunzina “La Corte dei conti avrebbe ritenuto sussistenti le condizioni per dichiarare il dissesto finanziario” adducendo come ratio “il perdurante inadempimento dell’ente rispetto alle misure correttive idonee a ripristinare gli equilibri di bilancio”. Esistono, dunque, le condizioni previste dall’art. n. 244 del T.U.E.L.: “Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all’articolo 193, nonché con le modalità di cui all’articolo 194 per le fattispecie ivi previste”.

La sensazione è che la decisione abbia colto di sorpresa la società civile ed il mondo politico cefaludese.

Intanto, sui social network, è scattata la caccia al colpevole. L’atavica tendenza a trovare un capro espiatorio sta prendendo il posto dell’armonia e della pace sociale. No, non è così che è giusto procedere. Una città devastata dal punto di vista economico non può permettersi di cadere nella morsa dell’odio e del rancore. Eventuali responsabilità saranno accertate dagli organi predisposti. Sarebbe più fruttuoso adoperarsi per comprendere la ragione che ha portato al dissesto Cefalù, assegnandogli una sorte che non è toccata a molti altri Comuni siciliani che registrano, allo stato attuale, una situazione debitoria ben più grave rispetto alla cittadina normanna.

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