SOCCORSO ALPINO, RADDOPPIATI GLI INTERVENTI IN SICILIA NEL 2012

Soccorso alpino
Soccorso alpino

SOCCORSO ALPINO, RADDOPPIATI GLI INTERVENTI IN SICILIA NEL 2012

BISAGNA: “LA REGIONE NON APPLICA ANCORA LA LEGGE NAZIONALE”

Interventi raddoppiati, nel 2012, per il servizio regionale Sicilia del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas). Complice anche il lungo periodo di innevamento si è passati da 131 operazioni di soccorso nel 2011 a 243 nell’anno passato. L’incremento, infatti, è stato determinato principalmente da interventi di soccorso medicalizzato nei comprensori sciistici dell’Etna (Rifugio Sapienza e Piano Provenzana) e delle Madonie (Piano Battaglia) ma anche da un aumento delle ricerche di persone disperse (ben 9), degli interventi in favore di escursionisti feriti (54) o turisti (68) e a supporto delle autorità di Protezione Civile (9, tra cui la partecipazione di speleosub siciliani alle operazioni di soccorso nella nave Concordia). Sono stati 6, infine, gli interventi per le pratiche di montagna tradizionali, quali arrampicata, scialpinismo speleologia e snowboard fuoripista. Quasi tutti gli interventi, ad eccezione di 5, sono stati a favore di non soci del Club alpino italiano, di cui il Cnsas è una sezione nazionale.

Giorgio Bisagna
Giorgio Bisagna

“Il Soccorso Alpino e Speleologico – sottolinea il presidente del servizio regionale, Giorgio Bisagna – si conferma anche per il 2012 come un ente insostituibile per la sicurezza di tutti in montagna, di alta specializzazione e che continua ad operare con estrema professionalità gratuitamente e, spesso, a spese dei singoli volontari. In tutto questo – prosegue – si registra ancora una volta l’inerzia della Regione Sicilia, una delle poche regioni d’Italia a non prevedere alcuna forma di finanziamento del Soccorso Alpino”. Nella Finanziaria 2012 era stato inserito un emendamento che riconosceva il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano quale soggetto titolato e qualificato per gli interventi in ambiente impervio, recependo dopo 12 anni la normativa nazionale. Ma la legge, che prevede per esempio l’implementazione del Soccorso Alpino nell’ambito del sistema di urgenza ed emergenza sanitaria e l’utilizzo del numero 118 per le chiamate di soccorso in montagna, di fatto non è ancora applicata. “La mancata attivazione del 118 in Sicilia come numero di emergenza per il Soccorso Alpino – spiega Bisagna – genera confusione nei turisti ed escursionisti, abituati nelle altre regioni ad utilizzare questo numero”. Come pure manca l’inserimento dei tecnici di elisoccorso del Soccorso Alpino negli elicotteri del 118 che, di fatto, non sono abilitati all’utilizzo del verricello e non possono quindi eseguire interventi medicalizzati in montagna o in ambiente impervio. “Ci chiediamo quanto costi alla Regione la realizzazione di innumerevoli piazzole di atterraggio elisoccorso e quanto costerebbe invece una diversa configurazione degli elicotteri con la previsione dell’utilizzo del verricello e di un tecnico di elisoccorso volontario del Soccorso Alpino” conclude Giorgio Bisagna.

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