La perduta antica fontana di Piazza Duomo a Cefalù

«Ho fatto eseguire la demolizione della secolare fontana del Duomo, che senza alcuna artistica importanza era solo destinata ad occorrenze poco decenti…» con queste parole siCefalù--Marie-Christine Mouillet presentava la relazione del Delegato Straordinario Antonio Morvillo, chiamato ad amministrare il Municipio di Cefalù, al Consiglio Comunale del 1868.

Il Morvillo cominciò il suo mandato il 28 maggio 1868 ed esercitò tali mansioni fino al 27 agosto successivo. L’intensa attività svolta dal Morvillo, nei poco più di tre mesi di permanenza a Cefalù, scombussolò l’assetto della città e, malgrado tutto sia stato fatto in perfetta buona fede e a fin di bene, fu in quella occasione che le antichità cefalutane ricevettero uno dei colpi più duri.

La fontana fu descritta per la prima volta da Bartolomeo Carandino nel 1529 nella sua opera “Descriptio totius Ecclesiae Cephaleditanae Diocesis, privilegiorum,..” egli così ne parla «Dinanzi alla chiesa e al palazzo vescovile si estende un’ampia piazza delimitata da dignitosissimi edifici e con, al centro, una fontana di acqua saluberrima, portata da lontano e con grande spesa, pregevole opera d’arte e grande sollievo di tutta la cittadinanza». In seguito nel 1645 la si ritrova, soltanto disegnata sommariamente, nella nota pianta di Cefalù del Passafiume a corredo e illustrazione della sua opera ” De origine Ecclesiae Cephaleditanae eiusque urbis et diocesis. Brevis descripitio” . Più recentemente invece ne parlarono nei loro scritti i compianti concittadini Domenico Portera e Nico Marino.

Si sa che questa fontana era a forma triangolare con vasche a più ripiani. Nonostante fosse triangolare, per uno strano effetto ottico, dava l’impressione, a chi la osservava da più punti di vista, che fosse rotonda. Era costruita su un alto basamento a gradoni ed ubicata quasi di fronte all’ingresso della monumentale chiesa di Santa Caterina e l’ingresso dell’antico palazzo Pirajno. Sicuramente essa rientrava nel novero di quelle opere celebrative molto spesso presenti nelle nostre città, dato che gli storici che hanno accennato ad essa ci parlano della presenza, nella parte centrale del manufatto, di stemmi di Marco Antonio Colonna (1535-1584) viceré di Sicilia dal 1577 al 1585.

Per tradizione orale si dice che a realizzarla fu lo scultore cefaludese, allievo del Buonarroti, Jacopo del Duca (1520-1604), e che al momento della sua distruzione operata dal Morvillo, un nobile signore, il cui palazzo era prospiciente la Piazza, per amor patrio fece seppellire i pezzi della fontana nei suoi magazzini.

Oggi, osservando attentamente il fedele disegno acquerellato di Marie-Christine Mouillet (1802-1885), siamo in grado di dire che il solo pezzo sopravvissuto, anche se in pessimo stato di conservazione, è il basamento a protomi leonine, che sorregge la vasca trilobata posta al centro del Bastione Marchiafava.

 

             Salvatore Varzi
11/04/13

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