Boccata d’ossigeno per il settore pesca a Cefalù

Il settore della pesca attraversa un periodo di crisi nel nostro borgo – che ha fatto di tale attività il settore trainante per decenni – e nel circondario. Fra le cause primarie di questa debolezza, vi è una pesca
programmazione economica dell’Unione Europea
che finisce per favorire le economie del nord  Europa ed impoverisce ancora di più il settore della pesca nelle economie del Mediterraneo. Così come per il settore agricolo, le politiche macro-economiche per la pesca favoriscono le economie che si basano sulla produzione su larga scala – cioè sull’aspetto quantitativo – piuttosto che sulla qualità dei prodotti. Ne deriva che le economie più industrializzate, che già mettono in crisi la pesca locale  grazie ad un settore ittico che può contare su flotte dall’imponente tonnellaggio che consentono raccolta e stoccaggio massivi nonché un trattamento a bordo del pesce, ottengono un numero maggiore di finanziamenti rispetto ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo che privilegiano una pesca spesso a conduzione familiare.

In questo quadro nero, una piccola boccata d’ossigeno potrebbe arrivare dall’attuazione del Programma Operativo FEP 2007/2013, relativo allo “Sviluppo sostenibile delle zone di pesca”. Una somma di 2.027.495,00 euro è stata infatti impegnata nel bilancio della Regione Siciliana per l’esercizio 2013. In particolare il nostro territorio è stato scelto in relazione al fatto che le attività di pesca sono in forte declino.

A tal proposito, già lo scorso anno, è stato costituito un Gruppo di Azione Costiera (G.A.C.) denominato “Golfo di Termini Imerese” di cui fanno parte i comuni costieri da Bagheria sino a Santa Flavia, Cefalù compresa, ed altre realtà quali I.I.S. Mandralisca, IPCL “Ninni Cassarà” o la SO.SVI.MA s.pa.

Il contributo succitato è “ammesso e concesso in via provvisoria ed è utilizzabile secondo le modalità esposte nella Convenzione sottoscritta lo scorso mese di giugno 2013” così come sostenuto dal vice sindaco di Termini Nicola Cascino. Il G.A.C. dovrà inoltre rispettare tutte le linee guide e le scadenze imposte dall’Unione Europea al fine di assicurarsi l’erogazione del finanziamento.

Il settore della pesca cefaludese è da sempre incentrato sulla qualità dei prodotti; purtroppo politiche macroeconomiche penalizzanti, regolamentazioni che spesso limitano le possibilità di portare avanti le attività ed un’infrastruttura in stato di degrado quale il porto di Presidiana fanno sì che le tradizionali famiglie locali che vivono di pesca si ritrovino in un periodo di profonda crisi. La somma che verrà erogata risulta infatti chiaramente non risolutiva di una situazione che diventa sempre più drammatica.

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