La città fa acqua da tutte le parti ma i rubinetti restano a secco

Continuano i guasti al servizio idrico cefaludese e, con essi, si intensificano anche le lamentele della popolazione, stanca ed esasperata da una situazione che pare non avere fine.tubo
Numerose le segnalazioni pervenute al nostro sito, altrettante quelle sui social network. Anche tra le vie cittadine la criticità è talmente gravosa e sentita da interessare i discorsi di diversi passanti. Un bene essenziale e primario come l’acqua dovrebbe essere sempre a disposizione dei cittadini. Al contrario invece, soprattutto nell’ultimo periodo, gli abitanti della nostra città devono subire questa forte situazione di disagio a causa di continui guasti. Criticità  particolarmente fastidiosa trovandoci nel pieno della stagione estiva.
Univoche le reazioni dei cittadini, ai quali non interessa più ricercare le cause o i possibili colpevoli. L’interesse primario è oramai la risoluzione del problema.

Il problema esiste ed è sotto gli occhi di tutti. La situazione è la seguente: le condutture idriche sono in condizioni pietose. Ciò probabilmente dipende dal fatto che “l’affaire acqua” a Cefalù non è stato gestito nel migliore dei modi. Troppi attori protagonisti, attribuzione di competenze confusa (che ha fatto nascere contenziosi il cui esito è conosciuto), hanno portato ad un quadro generale nel quale i cittadini dovranno pagare l’acqua per due volte. La causa del problema non deriva dalla “privatizzazione dell’acqua”. La società APS, coinvolta in diverse procedure fallimentari, ha ottenuto la gestione del servizio idrico da parte dell’ATO Servizio Idrico integrato (ATO 1 Palermo).  Inoltre, APS si è trovata in difficoltà economica per via dei mancati pagamenti da parte dell’ATO in questione.

Alla base delle criticità del servizio, che, poi, comportava un aggravio di spesa per APS e per i cittadini cefaludesi, stanno i livelli di pressione eccessivi dell’acqua che sollecitano oltremodo la condotta causando esplosioni come quella di stanotte. Secondo il parere degli esperti, occorrerebbe stabilizzare il cielo piezometrico poiché, probabilmente, per far fronte alla domanda di acqua del giorno successivo, i serbatoi cittadini vengono riempiti oltre misura causando livelli di pressione insostenibili per la condotta. La continua interruzione e ripresa dell’erogazione dell’acqua stanno alla base – sempre secondo gli esperti – del c.d. “effetto ruggine” che si ha alla riapertura dei rubinetti successiva ad un periodo di sospensione idrica. Ciò è dovuto al repentino aumento di pressione sulle condotte che causa il trasporto dei residui.

Nel momento in cui emerge un sistema con diverse crepe al suo interno, è evidente che i cittadini risentono del disservizio attraverso una carenza nell’erogazione dell’acqua ed un innalzamento del costo delle bollette. Rattoppare le falle che via via si creano non servirà a risolvere il problema, che, andando avanti nel tempo, tenderà ad acuirsi sempre più.

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