Abolite le province: quale il destino della perla del tirreno?

Si torna a discutere di liberi consorzi all’Assemblea Regione Siciliana. In seguito all’abolizione degli enti intermedi, le province, la classe dirigente siciliana ha concertato di costituire i così detti liberi consorzi. Lo scopo principale di questa nuova struttura amministrativa è il taglio di diversi costi della pubblica amministrazione. I liberi consorzi aggregheranno comuni i quali sceglieranno i propri rappresentanti questa volta con elezioni in seconda battuta: saranno i consiglieri comunali ad eleggere, fra i loro pari, chi andrà a ricoprire i ruoli politico-amministrativi nei consorzi.

Rosario Crocetta
Rosario Crocetta

Secondo il presidente Crocetta l’istituzione dei consorzi farà risparmiare circa 50 milioni di euro annui. Tale cifra è stata contestata da diversi esperti del settore, i quali hanno sostenuto che il risparmio sarebbe ben più basso.

La bagarre, che vede coinvolti i deputati del Movimento 5 Stelle, riguarda la possibile creazione di nuovi consorzi oltre i 9 già preventivati. Ad ogni modo, diverse città emergenti quali Marsala, Sciacca, Canicattì, Barcellona, Termini Imerese, Cefalù, Milazzo, Capo d’Orlando, Caltagirone, Noto, che nutrono diverse aspettative sulla possibilità di divenire capofila consorzi, ricevono in questo momento grande attenzione da parte del mondo politico siciliano.

Oltre ai liberi consorzi, l’Amministrazione regionale ha istituito le aree metropolitane, ora città metropolitane (vedi Palermo).
In tutto ciò il nostro territorio vedrà l’annessione o al libero consorzio facente capo a Bagheria, insieme a Termini Imerese ed all’intero circondario madonita, oppure, più probabilmente, al libero consorzio facente capo a Termini Imerese. Non più Cefalù in provincia di Palermo quindi. Nelle prossime sedute all’ARS sembra abbia un’ottima possibilità di divenire capofila di consorzio per l’appunto Termini Imerese, il quale andrebbe ad annettere i comuni dell’imerese e quelli madoniti, Cefalù compresa. Malgrado ciò è fuori dubbio che il capofila della zona madonita, per importanza storica, culturale ed economica sia Cefalù, paese capace di triplicare il numero degli abitanti durante la stagione estiva. Visti gli ultimi scenari politici che vedono Termini Imerese capace di cogliere diverse opportunità di sviluppo economico, sembra molto più probabile che, in caso di ritrattazione del numero dei liberi consorzi, la città termitana avrà diverse chances di ottenere il riconoscimento.

Il comprensorio Termini – Cefalù – Madonie, con i suoi 28 comuni e 130 mila abitanti, con le sue radici storiche e culturali, merita senz’altro un riconoscimento di valore ed autonomia con l’assegnazione di un consorzio dedicato.
La nascita dei consorzi, oltre ad eliminare le consultazioni elettorali per le elezioni dei consiglieri provinciali e del presidente, depennerà anche le indennità ed i compensi dei rappresentanti politici.

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