Sicilia in prima linea in un nuovo conflitto mediorientale

Sembra ormai un rischio più che concreto l’attacco alla Siria da parte degli Stati Uniti. Il Presidente degli U.S.A., Barack Obama, ha infatti sostenuto nelle ultime ore che gli Stati Uniti “devono intervenire sigonella_entrata_Nmilitarmente” e pertanto si rimetterà la decisione dell’attacco al Congresso, malgrado l’uomo più potente del mondo non abbia bisogno di alcuna autorizzazione da parte dell’organo politico per sferrare un attacco. La situazione rimane instabile, tanto che i più catastrofisti tra gli analisti del settore sostengono addirittura che ci troveremmo sull’orlo della terza guerra mondiale. In questo scenario, l’ipotesi che anche la Sicilia potrebbe essere interessata dal conflitto.

Nel passato infatti la Sicilia è più volte stata utilizzata come testadiponte per i conflitti a trazione NATO svoltisi nel vicino/medio oriente e nel bacino del mediterraneo, data la sua posizione strategica. Più di recente, in occasione della guerra contro Gheddafi, sia gli americani che i francesi utilizzarono la Sicilia come base operativa, disponendo anche la chiusura al traffico civile dell’aereoporto di Trapani Birgi per destinarlo al solo traffico aereo militare. In Sicilia sono presenti diverse basi militari afferenti alla Nato: la principale è quella di Sigonella, la più importante base terrestre dell’Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta. Oltre ad unità della Us Navy, la base ospita diversi squadroni tattici dell’Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l’una. A Niscemi vi è quindi la Base del NavComTelSta (comunicazione Us Navy).

Vi sono poi numerose stazioni di telecomunicazioni Usa situate a Motta S.Anastasia, Caltagirone, Marina di Marzo e Monte Lauro. Inoltre la nostra isola è anche la base del futuro Muos di Niscemi, che ha destato diverse lamentele da parte dei cittadini negli ultimi mesi. Ciò che rimane certo è che, negli ultimi tempi, si sono verificati picchi di attività nelle basi militari siciliane. Sono arrivati infatti folti contingenti di truppe americane, oltre ai Droni, gli aerei senza pilota.

Con molta probabilità quindi la Sicilia diverrà un nodo cruciale nella gestione strategica del possibile conflitto. Il NO dell’Italia alla partecipazione nella guerra contro la Siria in mancanza di autorizzazione ONU rimane solo una questione politica, dal momento che le basi americane in Italia dipendono dal Governo USA e non certo dal Governo italiano. Si teme , infine, anche per l’incolumità della nostra regione e dei suoi cittadini, poiché l’isola potrebbe divenire bersaglio di attacchi contro gli Stati Uniti e i loro avamposti mediterranei per eliminare le cruciali basi militari, mettendo così a rischio un popolo che, per l’ennesima volta, non si sente coinvolto in un conflitto altrui.

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