Anche le socialdemocrazie occidentali sono destinate al crollo

La vita e l’opera di Milovan Gilas (1911-1995) è strettamente legata alla storia del comunismo nell’ex Jugoslavia. Per molti anni infatti Gilas fu l’incarnazione perfetta del dirigente comunista crolloortodosso e intransigente. Durante la seconda guerra mondiale divenne il braccio destro di Tito nella resistenza contro i tedeschi, che sfocerà nella conquista del potere al termine del conflitto. Nel 1948 Gilas assunse un ruolo politico di primissimo piano, spingendo Tito a rompere con l’Unione Sovietica di Stalin e a proclamare la via nazionale al comunismo. Nel 1953 divenne vicepremier e poi presidente del Parlamento jugoslavo. A questo punto tutto lasciava pensare che Gilas sarebbe diventato il successore naturale di Tito, ma improvvisamente, tra lo stupore generale, cominciò a criticare il regime, invocando una maggiore libertà d’opinione, denunciando la deriva burocratica e condannando il sistema a partito unico.

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