La lobby (bancaria) perde, il mercato ringrazia

Qualcosa sta succedendo in America; qualcosa, stvolta, di positivo. La lobby che voleva la guerra in Siria è stata costretta a rinunciare all’attacco, per l’opposizione di Putin ma anche perché era politicamente summers-150x150imbarazzante, considerato che oltre il 65% degli americani era contrario. Ora uno degli uomini più potenti d’America, il rappresentante più obliquo della lobby finanziaria, Larry Summers è stato costretto a rinunciare alla nomina a governatore della Federal reserve, nomina che sembrava scontata.
Per una volta le ragioni qualificate dell’opinione pubblica hanno prevalso. Summers ha un curriculum impressionante – è stato minsitro del Tesoro, presidente di Harvard, superconsigliere di Obama – ma molte ombre nel suo passato. E’ uno dei massimi esponenti di quell’élite, così ben descritta da Janine Wedel, che entra ed esce in continuazione dal settore bancario privato allo Stato, perseguendo innanzitutto interessi privati e/o di casta. Un’élite a chi appartengono anche personaggi del calibro di Rubin e Geithner.

 

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