Plagiatori d’Italia unitevi: anche Saviano non sfugge al vizio

Saviano, da buon napoletano, ha venduto per buona merce contraffatta o per meglio rubata. Il suo “Gomorra”, best sellers mondiale, è frutto di furti, nel senso che il celebrato autore,il cui mito si sta savianosfaldando, ha copiato intere pagine da articoli di cronisti napoletani che fin dall’uscita del libro avevano intentato causa a Saviano per plagio e ne avevano fornito ampia prova. Saviano non si era nemmeno curato di fare la parafrasi degli scritti altrui. Copiati parola per parola. La vicenda giudiziaria è andata per le lunghe e i giornali e le televisioni amiche del Saviano avevano tenuto ben nascosto il misfatto. Ma adesso che Saviano è stato condannato in appello a risarcire i cronisti per averli derubati costruendo sul loro lavoro la propria fortuna editoriale, sfacciata in quanto fasulla, non è stato più possibile mettere l’embargo alla notizia.

Saviano ha annunciato che ricorrerà in Cassazione e come dicono i veneti la “pezza è peggiore del buco”, perché contribuirà ulteriormente a dare pubblicità e clamore al plagio. Non si vede come la Cassazione possa ribaltare la sentenza visto che alcune pagine del libro corrispondono agli articoli dei cronisti napoletani (senza citazione) che da anni si occupano, con rischio personale, della malavita napoletana e della camorra senza ricavarne i benefici e gli onori che s’è beccato Saviano.

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