Oro, moneta e riserva frazionaria: qualche principio

L’oro è il bene fisicamente meno scarso della terra. Ma non lo è economicamente, cioè in rapporto agli altri beni. Per ottenerlo bisogna cedere ricchezza in altra forma. Per produrlo, occorre capitale, lavoro e tecnologia che i oroproprietari di miniere sono disposti ad impiegare solo in cambio di altri beni e servizi.

Non accade così per la moneta creditizia: il costo di produzione di uno, cento o un miliardo di euro o dollari è sempre lo stesso perché è una semplice registrazione contabile nel computer di una banca. Ma produrre una, cento, o migliaia di once richiede, al pari di ogni altra ricchezza, l’impiego proporzionale di fattori produttivi.

L’oro è la ricchezza che va prodotta per essere permutata contro ogni altra ricchezza. Inoltre, è una merce il cui valore intrinseco non può mai essere a lungo né superiore né inferiore a quello del suo uso monetario. Se non lo fosse e ad esempio il valore del metallo risultasse superiore a quello della moneta coniata converrebbe fonderla per ricavarne il metallo di maggior valore. Se avvenisse il contrario, converrebbe vendere il metallo e coniare monete. Ma questi arbitraggi ristabilirebbero immediatamente l’equilibrio perché facendo l’una cosa o l’altra, per la legge della domanda e offerta, si ritornerebbe all’eguaglianza di valore fra i due beni.

L’oro, pertanto, non può essere oggetto di bolle inflazionistiche che sono, per definizione la conseguenza di una quotazione esagerata di beni al di sopra del loro valore intrinseco.

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