DIFESA, DRONI SPIA: UN PROGETTO DI INTELLIGENCE EUROPEA?

La Commissione europea, stando alle prime indiscrezioni, risalenti allo scorso 29 luglio, ha manifestato l’ intenzione di dar vita ad una dronenuova agenzia di sicurezza e di intelligence, retta sotto il controllo del capo della politica estera dell’Unione Europea, la Signora CatherinAshton, “l’Europa necessita di sue proprie capacità autonome di difesa e questa proposta è un passaggio cruciale verso l’integrazione”, ha dichiarato un ufficiale di Bruxelles, per poter garantire una maggiore cooperazione nella difesa, attraverso l’istituzione di propri droni spia, satelliti di sorveglianza ed una propria flotta aerea. L’uso di nuovi droni spia e satelliti per politiche di “sicurezza interna ed esterna”, consisterà in informazioni di polizia, sorveglianza ed internet, protezione delle frontiere esterne e la sorveglianza marittima, lasciando trapelare l’obiettivo di voler dar vita ad una versione “europea” della NSA (National Security Agency) statunitense; un modus operandi verso la creazione di una effettiva struttura militare e di analisi dell’Unione Europea con attrezzature proprie per gestire le operazioni europee. I droni spia e sistemi di comando sarebbero connessi al progetto di satelliti spia Copernico, utilizzate in questo contesto per fornire «capacità di creare immagini volte a sostenere la sicurezza comune e la politica di difesa nelle sue missioni e operazioni»; un progetto che risulta essere parte integrante del sistema Sentinel, operato dall’Agenzia spaziale.  Tale piano d’azione, di una presumibile “agenzia di sicurezza europea” simboleggia la risposta al recente scandalo angloamericano Snowden, stando a quanto affermato da alti funzionari europei; per tale motivi si è resa necessaria lo sviluppo delle capacità militari, un’attività complessa, facente parte dell’ampia gamma di discipline e settori di interesse della Difesa.

Sebbene la caratterizzazione dei rischi per la stabilità e delle minacce per la sicurezza tende ad ampliarsi e ad affacciarsi con ritmo incalzante sulla scena internazionale, rendendo indispensabile e quindi necessario lo spostamento verso una struttura indirizzata ad un contenimento dei conflitti con un carattere fortemente politico di componimento preventivo dell’azione; tale processo risulta essere articolato proprio sulla base  di determinati obiettivi politici (Level of ambition). Ciò richiederà l’ individuazione delle esigenze necessarie per conseguire tali obiettivi, la verifica del livello di soddisfacimento delle capacità esistenti e determinazione delle carenze; la ricerca di soluzioni per le carenze evidenziate; il meccanismo di attualizzazione e stabilizzazione del processo, in linea con le tendenze evolutive globali (fattori geopolitici, economici, socio-culturali, tecnologici). L’obiettivo finale del processo sarà di armonizzare gli sforzi compiuti in vari settori, per conseguire al meglio gli obiettivi prefissati, tenendo in considerazione le risorse rese disponibili dai bilanci della Difesa.

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