Altro che scandalo, la Francia sapeva di Prism

“Puoi star sicuro che gli Americani commettano tutte le stupidità che riescono ad immaginare, più qualche altra oltre la loro immaginazione”, disse una volta il presidente francese Charles de Gaulle. Che i suoi compatrioti datagate_0avessero mantenuto un atteggiamento cauto, e privo di sarcasmo, nei confronti dello scandalo “Datagate” aveva suscitato qualche perplessità. Di solito all’Eliseo non si lasciano sfuggire facilmente un’occasione per muovere critiche gli alleati d’oltreoceano.

Ora che le Monde ha pubblicato un articolo – uscito in anteprima il 21 ottobre – in cui si svela che la Nsa americana ha spiato in un mese 70 milioni di conversazioni telefoniche avvenute sul suolo francese le cose sono destinate a mutare, almeno formalmente. Migliaia di cittadini francesi (o più), se hanno composto determinati numeri o utilizzato certe parole-chiave, sono stati intercettati automaticamente. Forse lo sono tutt’ora. Nella rete sono finiti non solo soggetti sospettati di terrorismo ma anche esponenti del mondo degli affari, della politica, dell’amministrazione.

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