Formazione in Sicilia: in manette quindici persone

Scandalo alla Regione Sicilia: tredici dipendenti e due imprenditori sono finiti in manette. Tutti gli indagati sono agli arresti domiciliari. Secondo gli arsoinquirenti i soldi per le forniture pagate dalla pubblica amministrazione finivano nei conti correnti personali degli impiegati. Complessivamente, fino ad oggi, sono state smascherate operazioni per 500 mila euro. Inoltre, a finire sotto inchiesta vi è il capitolo straordinari con gli impiegati: gli stessi, in servizio all’assessorato alla Formazione, dichiaravano di essere rimasti in servizio oltre l’orario di lavoro quando al contrario erano già a casa. Così gonfiavano le buste paga.

A curare l’operazione è il Comando provinciale dei carabinieri che stanno eseguendo le misure cautelari. Le accuse rivolte sono quelle di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, falsità materiale ed ideologica, turbata libertà degli incanti.

Il casus belli che ha fatto nascere l’indagine è stato la denuncia dell’ex direttore della Formazione, Ludovico Albert: i carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica hanno riscontrato i meccanismi illeciti alla base degli scandali.

I fatti contestati alle persone oggi ai domiciliari sono tutti commessi fra il 2009 ed il 2011 e riguardano i pagamenti destinati ad imprese e professionisti a cui non sono state saldate le fatture. L’inchiesta coinvolgerebbe anche alcuni dirigenti regionali.

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