Sala delle Capriate: memorie (ultime) del 2013

Dispiace constatare che chi dovrebbe fornire alla città un servizio di informazione preferisca inseguire l’audience, Daniele Tumminellopubblicando  un video abilmente manipolato, piuttosto che preoccuparsi di presentare una lettura politica dei fatti avvenuti in Consiglio Comunale.

Purtroppo certe notizie fanno molta più breccia nell’attenzione della gente, vuoi perché oggi la comunicazione viaggia soprattutto sui binari dell’immediatezza e del sensazionalismo, vuoi perché lo sforzo di capire e far capire costa tempo e applicazione.

Eppure dietro gli ultimi eventi politici ci sarabbe da discutere e molto. Innazitutto viene da pensare come mai non ci si chieda quale sia oggi l’esatta geografia delle forze politiche presenti in Consiglio. Nessuno, infatti, si è mai domandato, o ha mai osato farlo, se esista ancora un gruppo Grande Sud; quale sia la posizione di coloro che dal PdL sono transitati precipitosamente in Nuova Forza Italia, salvo poi trovarsi travolti dalla nascita del Nuovo Centro Destra e apprendere che la loro referente politica nazionale, sta con Alfano e non con Berlusconi; se alcuni consiglieri del gruppo misto transiteranno verso altri gruppi o no. Ci si chiede, invece, come mai, gli iscritti del PD hanno votato in maggioranza per Renzi. Misteri dell’informazione obiettiva e imparziale!

Poi c’è la vicenda che ha portato all’approvazione del Bilancio 2013. Qui è opportuno fare un po’ di storia. Il Bilancio viene depositato in Presidenza il 28 novembre. Da quella data scattano, ai sensi del Regolamento di contabilità, i quindici giorni utili per poter presentare emendamenti allo stesso. Vengono presentati solo alcuni emendamenti tecnici, fatti propri dalla maggioranza (tra cui uno importantissimo che permetterà di recepire fondi comunitari per il sociale per un importo di 800.000 Euro),  mentre di emendamenti dell’opposizione neanche l’ombra. Dopo la conferenza di capigruppo, il Consiglio viene convocato per i giorni 18, 19 e 20 dicembre per la discussione dei punti propedeutici al Bilancio e del Bilancio stesso.  C’è chi dall’esterno comincia a riscaldare il clima, con critiche alla debolezza dell’opposizione, mirate a rinvigorirne l’orgoglio e la voglia di rivalsa. L’opposizione, per non sfigurare, decide di mettere in moto il suo piano: dimostrare al Sindaco Lapunzina che non ha i numeri, che sia la città a pagarne le conseguenze poco importa. Il Piano di alienazione viene respinto in virtù dell’astensione dei 10 consiglieri di opposizione, senza nemmeno un briciolo di dichiarezione di voto. Vuole essere una prova di muscoli contro il Sindaco, ma si rivela sin da subito un clamoroso autogol. Il piano di alienazione, oltre ad essere un atto propedeutico al Bilancio, è il fondamento del Piano di riequilibrio, lo strumento, l’unico, presentato dal Consiglio, che se approvato dal Ministero potrà consentire a Cefalù di scongiurare quel dissesto cui è condannata dall’enorme mole di debiti pregressi. Venuto meno il Piano di alienazione viene conseguentemente meno il Piano di riequilibrio. Risultato dell’equazione: occorrerà dichiarare il dissesto finanziario. In barba a tutto ciò e noncurante inoltre della paralisi amministrativa e della impossibilità di assicurare importanti servizi ai cittadini, a causa della mancata approvazione del Bilancio, l’opposizione ne blocca l’iter. Nei giorni successivi, dove c’è chi brinda e mangia alla faccia del Sindaco, quest’ultimo, con grande senso di responsabilità, riprende in mano la situazione. Fa apportare alcune correzioni formali al Piano di alienazione e lo ripropone all’aula in data 27 dicembre.  All’appello sono presenti 9 consiglieri di maggioranza (Franco, Garbo, Pizzillo, Tumminello, Genovese, Fatta, Terrasi, Di Chiara, Barranco; assente Cortina per motivi familiari) e solo 8 di opposizione (Riggio, Cassata, Larosa, Scialabba, Messina Patrizia, Messina Pasquale, Liberto, Iuppa). L’assenza dei consiglieri Giardina e Lombardo mette in minoranza l’opposizione che contava invece quella sera, in forza dei numeri, di poter “mettere sotto” l’amministrazione. Gli irriducibili avversari del Sindaco non possono digerire di essere stati ridotti in minoranza la sera in cui avrebbero potuto addirittura essere in 10 contro 9. Il Piano di alienazione viene approvato grazie ai 9 voti favorevoli dei consiglieri che sostengono il Sindaco. Si passa alla discussione del Bilancio. L’opposizione non puà accettare di subire un altro smacco, così pesante e  politicamente umiliante. Bisogna uscire dall’aula e farlo nella maniera più teatrale possibile. La strategia è quella della provocazione. Prende il microfono il consigliere Liberto. Sa benissimo che sono scaduti ampiamente i termini per la presentazione degli emendamenti al Bilancio e sa altrettanto bene che il Presidente, in forza del regolamento, non potrà ammetterli. Decide ovviamente di insistere perché il suo obiettivo è provocare la reazione del Presidente, accusandolo, come  in effetti fa, di mancata garanzia di democrazia. L’obiettivo è far degenerare il dibattito in modo tale da avere un pretesto per uscire dall’aula, far cadere il numero legale e guadagnare tempo prezioso per cercare di “recuperare” i due consiglieri assenti. Il dibattito, in effetti, si trasforma in una rissa verbale poco edificante e i consiglieri di opposizione escono dall’aula. Venuto meno il numero legale, il Consiglio viene aggiornato al giorno successivo. Il 28 dicembre sono presenti solo i 9 consiglieri di maggioranza  i quali, dopo un dibattito che, pur in assenza dell’opposizione, va avanti per due ore, approvano il Bilancio, chiarendone gli aspetti ritenuti più qualificanti (più risorse per cultura e sociale, razionalizzazione della spesa, riduzione dell’anticipazione di cassa, rientro nel 2014 dalla procedura per Ente strutturalmente deficitario),  ricordando la necessità per l’anno venturo di addivenire ad una proposta di un Bilancio tecnico in tempi più congrui a quella programmaticità specifica dell’organo consiliare, auspicando, infine, un dialogo con quei consiglieri di opposizione disponibili a costruire un percorso politico condiviso e stabile.

Al racconto, al commento, all’analisi di tutto ciò qualcuno ha preferito i “video divertenti”, trascurando il fatto che il bene della città non è in quelle immagini, ma nella serietà di quegli amministratori che dimostrano con i fatti di governarla ogni giorno nell’interesse collettivo.

Buon 2014, Cefalù!

Daniele Tumminello

Consigliere Comunale e Segretario del Circolo PD di Cefalù

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