Acqua: Buona fine e miglior principio!

Buona fine e miglior principio si è soliti dire nei giorni di fine anno: stessa locuzione può essere utilizzata a Cefalù in fatto di disservizi. Il 2013 è stato infatti salutato con una generale penuria idrica nelle case dei cefaludesi e il 2014 è già partito all’insegna delle più ferociRosario Lapunzina polemiche, rigorosamente a rubinetti asciutti. La bagarre è sempre la stessa e vede protagonisti  i soliti attori: comune di Cefalù e Sorgenti Presidiana, con il primo (il comune, nella persona del sindaco) che accusa il secondo di fornire meno acqua di quella necessaria e il secondo (la società Sorgenti Presidiana) che sostiene di aver fornito, a cavallo dell’ultimo dell’anno, gli stessi quantitativi dei giorni precedenti. Il primo cittadino di Cefalù, interpellato sull’accaduto, ha  replicato sostenendo che ormai da venti giorni la società Sorgenti  Presidiana eroga un quantitativo idrico giornaliero  di circa 8500 metri cubi – affidandosi ai dati forniti da APS –  attestandosi così al minimo contrattuale. Quantitativi simili, stando alle parole del sindaco,  risultano insufficienti per il fabbisogno cittadino, ovvero del centro abitato, delle contrade e delle frazioni.

Eppure, a fare due conti, qualcosa sembra non quadrare: 8500 m³ d’acqua corrispondono infatti a 8 milioni e 500 mila litri d’acqua al giorno che, se divisi per 20 mila unità d’abitanti equivalenti, dà un valore di 425 litri d’acqua disponibili al giorno per persona. Se agli stessi  volessimo scomputare, per via delle varie perdite causate dalla vetustà delle condotte idriche, il 40% – percentuale forse fin troppo “tragica” tenendo conto che una rete con perdite del 30% è già considerata una rete “colabrodo” dagli addetti ai lavori – arriveremmo a 5 milioni e 100 mila litri d’acqua giornalmente forniti,  e ben tre milioni e 400mila litri d’acqua giornalmente dispersi lungo il tragitto. I 5 milioni e 100mila litri rimanenti, se divisi per 20mila unità d’abitanti equivalenti  – dato anch’esso assai ottimistico –  restituirebbero un valore di 255 litri d’acqua pro capite disponibile.

Invece secondo Rosario Lapunzina tali immissioni determinano una situazione d’emergenza che  ogni giorno  costringerebbe gli addetti ai lavori  a  “strozzare” la distribuzione idrica del serbatoio “Urbano” verso certe zone del centro abitato – quelle che accusano le maggiori  scarsità di acqua o di pressione (via Cirincione, via Santa Barbara ecc) –  per preservare i livelli di riempimento del serbatoio di “Croce Parrino”,   indispensabile per fornire acqua a diverse contrade cefaludesi e alla frazione di Sant’Ambrogio.  Sempre secondo il sindaco Lapunzina le conseguenze dell’insufficiente immissione di acqua potabilizzata si sono avvertite soltanto negli ultimi giorni dell’acqua a causa di un’aumentata domanda del bene legata alle festività (ristoranti, alberghi e doppie case).

istat__366x137_-1In realtà secondo l’ISTAT – Istituto nazionale di statistica – il fabbisogno idrico giornaliero pro capite si attesta a 175 litri al giorno. Dunque a Cefalù, pur facendo un calcolo per difetto, quindi sottraendo alla quantità erogata il 40%,  vi sarebbe una disponibilità idrica superiore alla media nazionale di ben 80 (255 – 175) litri al giorno, nonostante la società incaricata alla potabilizzazione abbia ridotto l’immissione. Eppure l’acqua sembra non bastare mai e non arriva nei rubinetti dei cefaludesi, che ne pagano a caro prezzo la potabilizzazione sotto forma di tasse e tributi.

 

 

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