E io pago!

In questo inizio di nuovo anno la città di Cefalù ha dovuto affrontare il problema dell’acqua da due diversi punti di vista, il primo riguardante i disservizi nell’erogazione idrica a causa del cattivo stato delle condutture, il presidiana secondo che concerne la questione economica e gestionale e che prevede una situazione particolarmente complessa con il comune di Cefalù fortemente penalizzato.
Sono in particolare i cittadini di Cefalù ad essere i più vessati in quanto si ritrovano in ultimo un servizio scadente ad un prezzo, per la collettività,  molto elevato.
La motivazione alla base di ciò è che, quando fu stipulato il contratto fra comune di Cefalù e Sorgenti Presidiana, venne previsto che la città dovesse pagare l’acqua potabilizzata misurata in uscita dall’impianto e non quella consumata effettivamente dagli utenti. Una clausola, quella che prevede che il comune debba pagare l’intera potabilizzazione senza ricevere nessun sostegno da parte chi si occupa del servizio idrico integrato, che vede l’Ente gravemente svantaggiato.
Si tratta quindi di una circostanza molto grave e che diventa persino grottesca se si considerano le probabili ingenti perdite delle rete idrica della città. I cittadini pagano quindi anche la potabilizzazione per tutta l’acqua che a Cefalù viene persa e non utilizzata. Il processo di potabilizzazione operato da Sorgenti Presidiana viene effettuato infatti a monte su tutta l’acqua che entra nelle condotte, anche su quella  che si perde.
Inoltre, è appurato che circa un terzo dei costi per prelevare l’acqua dalla sorgente al potabilizzatore è rappresentato dal consumo di energia. Invece di prelevare soltanto l’acqua necessaria si è dato scarso peso all’impatto energetico poiché tale problema non sussisterebbe in quanto Cefalù ha un suo ente che produce energia e pertanto può sostenere gli oneri del sollevamento dell’acqua.
Quella dipinta è una situazione drammatica alla quale bisogna porre rimedio. La speranza è che, in seguito al fallimento di APS ed all’ormai prossima creazione di un Consorzio gestito dall’AMAP che gestirà il servizio idrico, possa essere inserita una clausola che scomputi alla città il costo della potabilizzazione per l’acqua dispersa e, contestualmente, che preveda un rimborso per la potabilizzazione di quella stessa acqua inutilizzata a Sorgenti Presidiana che, forte di una convenzione che durerà fino al 2030, ha il diritto a ricevere le fatture relative a tutta l’acqua trattata.

Solo in questo modo si potrà ridare dignità ai cittadini che si ritrovano a dover pagare più volte gli errori o le “sviste” della classe politica.

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