Faccia a faccia fra amministratori locali, Cefalu20 e RFI

Le lettere di licenziamento per 34 operai e 12 impiegati della Cefalù 20 scarl, società incaricata dei lavori inerenti al raddoppio ferroviario Fiumetorto- Ogliastrillo, hanno scatenato le immediate reazioni dei sindacati e degli amministratori locali (dei comuni di Cefalù, Campofelice di Roccella  e Termini Imerese) che si sono schierati a difesa dei lavoratori.
E’ stato così convocato un incontro svoltosi ieri pomeriggio in Prefettura e che ha visto la partecipazione, oltre che degli amministratori locali e dei rappresentanti della società, delle organizzazioni sindacali e di parte dei lavoratori licenziati.
I rappresentanti della Cefalù 20 hanno sottolineato come si siano dovute adottare le misure idonee(licenziamenti) per contenere drasticamente i raddoppio ferroviariocosti. Sin dall’avvio delle attività infatti, vi sono stati  rilevanti oneri improduttivi sostenuti durante la prolungata fase di pre-mobilitazione del cantiere, da fine 2005, data d’avvio delle prestazioni, fino all’effettiva consegna del cantiere a metà 2008. In pratica l’eccessivo intervallo di tempo trascorso fra l’aggiudicazione della gara d’appalto e la consegna del cantiere ha comportato un’eccessiva onerosità sopravvenuta per il privato che ha visto i suoi costi superare i ricavi. Ed è per questo motivo che la Cefalù 20 scarl ha avviato la procedura di licenziamento, al fine di poter sub-appaltare i lavori per contenere i costi troppo elevati

Durante l’incontro, che pare non aver portato ad alcuna risoluzione delle criticità, il fronte compatto degli amministratori e dei sindacati ha sottolineato come in un periodo di crisi come quello attuale bisogna assolutamente evitare di aggravare la disoccupazione. Inoltre, un’opera che, al pari della Diga di Blufi, potrebbe divenire una fra le grandi incompiute del territorio, ha comportato seri disagi anche ad alcune famiglie: dopo una voragine apertasi in una galleria non ancora in sicurezza, vi sono tre nuclei familiari che, già dall’ottobre del 2011, sono costretti ad abitare fuori dalle proprie abitazioni. Il blocco dei lavori definitivo, considerati gli estenuanti tempi della risoluzione di tali controversie, costituirebbe un danno ancora maggiore per i residenti.

Il Sindaco Rosario Lapunzina, presente all’incontro, ha voluto infine sottolineare che il territorio di una città a vocazione turistica non può essere un cantiere permanente.
Una soluzione al momento non è stata trovata, ma il tempo stringe: nello stato in cui si trovano i lavori vi sarà un rischio idrogeologico sempre più elevato.

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