Sigarette elettroniche: la discussione continua a livello internazionale

Anche Palermo nel corso del 2013 ha visto il fiorire di un considerevole numero di punti vendita dedicati alle ormai popolari e diffuse sigarette elettroniche: se al 31 dicembre 2012 la Camera di Commercio contava solo 26 sigarette_elettroniche_1negozi, alla fine dello scorso anno erano alcune centinaia le nuove attività sparse sul territorio.

Analogamente, anche nel resto dell’Italia il mercato della sigaretta elettronica ha registrato un boom senza precedenti, considerato soprattutto il momento di crisi che molti altri settori stanno attraversando.

Secondo alcuni dati di una ricerca presentata dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano la sigaretta elettronica potrebbe essere in grado di aiutare a smettere di fumare. Lo studio è stato condotto osservando gli effetti delle e-cig su persone con patologie varie abituate a fumare almeno 10 bionde tradizionali al giorno, e gli esiti sono stati molto positivi. Dopo 6 mesi di fumo elettronico, il 50% di essi aveva smesso di fumare tabacco passando esclusivamente alla sigaretta elettronica.

Eppure, anche se gli svapatori nell’ultimo anno sono aumentati in maniera esponenziale, non è dato sapere – per ora – se la leggera diminuzione del numero di fumatori quantificati dall’Istat nel 2013 (rispetto al 2012) sia anche stata possibile grazie a questo cambiamento nelle abitudini degli italiani. In Sicilia, ad esempio, la percentuale di fumatori calcolata tra le persone di 14 anni e più è passata dal 24,5% al 22,5%.

Il settore delle e-cig, tuttavia, è oggetto di continue discussioni che sembrano non volersi placare: il Governo vorrebbe imporre una maxitassa su tutto il mercato del 58,5%, le categorie e i consumatori protestano, mentre i partiti politici si dividono.

E intanto anche l’Unione Europea ha da poco varato nuove restrizioni che interessano soprattutto i produttori di sigarette elettroniche: a partire dal 2016, infatti, esse saranno considerate alla pari dei normali prodotti del tabacco (quindi delle sigarette tradizionali), a differenza delle e-cig senza nicotina che dovranno essere vendute in farmacia e saranno soggette alle stesse normative vigenti per i medicinali.

La questione sta interessando anche gli Stati Uniti, dove si sta dando ampio spazio a notizie di cronaca che riportano casi di avvelenamento accidentale da e-liquid. L’aumento di questi episodi di avvelenamento, dove purtroppo sono spesso coinvolti i bambini, è direttamente proporzionale all’incremento del numero dei consumatori, ma mette in evidenza soprattutto la necessità di regolamentare e controllare – anche negli USA – la produzione di liquidi destinati alla vaporizzazione.

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