Innamorati della terra dell’incoerenza

Mentre a Cefalù l’Earth Day – giunto alla sua seconda edizione – entra nel pieno dei festeggiamenti, non mancano le segnalazioni (con foto annesse) per il grido d’aiuto lanciato dal nostro territorio. Buche grandi quanto crateri al bivio della Ferla che, malgrado le transenne, potrebbero mettere a rischio l’incolumità degli automobilisti oltre a risultare l’ennesimo schiaffo ai tanti cittadini che lì risiedono o hanno delle proprietà. Il lungomare offre, se possibile, un quadro ancora più desolante: balaustre in evidente stato di degrado, ringhiere arrugginite, e malgrado gli sforzi di qualche sovventore “green” dell’ultim’ora, nel tratto finale della strada che fiancheggia la spiaggia pattume e immondizia la fanno ancora da padrone.Dall’altro lato del promontorio che domina Cefalù le cose non cambiano, l’ultima iattura in ordine di tempo per gli abitanti della Giudecca – soltanto pochi giorni fa l’intero quartiere era messo a rischio da alcuni massi che incombevano sulle abitazioni – è costituita dagli “odori nauseabondi che infestano l’intera zona creando notevole disagio a coloro che sono costretti a transitare sulla via di accesso alla città nonché agli abitanti ed alle attività commerciali che vi gravitano” come ha avuto modo di definire la faccenda il primo cittadino in una nota inviata ad ASP e Prefetto per segnalare il guasto del depuratore di S. Antonio. Un bucabiglietto da visita poco interessante che consegnamo ai visitatori che, in massa, si apprestano a giungere in città in occasione delle festività pasquali. In questo modo a rimanere davvero green potrebbero essere le tasche degli operatori economici. È necessaria una inversione di rotta ricercando il rilancio del territorio che passi attraverso iniziative che possano fare crescere l’appeal di Cefalù.

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