Spese pazze in Regione, sono 97 gli indagati

Sono 97 gli iscritti nel registro degli indagati per aver pagato spese personali con i soldi pubblici, in particolare quelli destinati ai gruppi parlamentari dell’Ars, come emerso dall’indagine della Guardia di Finanza che aveva portato al sequestro di migliaia di documenti attestanti i rimborsi.

83 politici, di cui una trentina attualmente in carica e 14 consulenti dei gruppi, sono accusati di peculato e dovranno rendere conto delle “spese pazze” sostenute con le casse regionali: pare infatti che con i soldi destinati ai gruppi dei parlamentari siano state finanziate spese personali tra cui regali di nozze, bollette della luce e canone Rai, ma anche mazzi di fiori, generi alimentari, necrologi e raccolte di fumetti.

Secondo le forze dell’ordine, questi episodi sarebbero anche frutto di una gestione “leggera” a partire dal vertice, dove l’erogazione dei fondi non era regolata da norme certe, inserite solo ad inizio anno. Non solo finanziamenti ai deputati regionali ma anche veri e propri prestiti. In alcuni casi infatti i deputati avrebbero poi restituito quanto anticipato per generosa concessione delle casse regionali, ma comunque vietati in caso di spese assolutamente personali, siano esse il viaggio d’istruzione della figlia, le tasse sulla casa o una fornitura di cassate siciliane.

Si difende a spada tratta Antonello Cracolici, ex capogruppo PD all’Ars :”alcune spese attribuite al sottoscritto sono personali, effettuate attraverso l’indennità che allora percepivo nella veste di capogruppo; insomma, non ho usato i fondi del gruppo, ma la mia indennità personale, dunque i miei soldi”.

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