Prizzi, denunciati tre tombaroli

Nel corso di un servizio perlustrativo a Prizzi (PA) in località Marfarina, la pattuglia dei Carabinieri della locale Stazione, mentre percorreva le aree rurali, ha notato la presenza insolita di un’autovettura con targa straniera, nascosta dalla vegetazione, nei pressi di un fondo agricolo privato.

Tre individui, uno dei quali dotato di metal detector poco lontano dall’autovettura, scandagliavano il terreno circostante alla ricerca di reperti archeologici da estrarre. I militari hanno deciso così di intervenire  e bloccarli nella flagranza di reato, constatando così che sul terreno circostante erano state realizzate tantissime buche, poco profonde, scavate dai tre uomini con l’ausilio di un piccone ed all’interno delle stesse dei frammenti in ceramica, reperti lasciati, abbandonati, per evitare che venissero notati dai carabinieri.

 

I tre tombaroli tutti della provincia di Agrigento, A. b., classe 1981, residente in Svizzera; S. c., classe 1967 e R. g., classe 1964,  entrambi di Favara (AG), con alle spalle curriculum di tutto rispetto con reati specifici, appassionati dell’antico e del sepolto. Nel corso della perquisizione si aveva modo di porre sotto sequestro il “perfetto Kit del tombarolo”, un metal detector di ultima generazione, binocolo, piccone e i reperti portati alla luce.

 

Il fenomeno dei furti di materiale archeologico è probabilmente sottovalutato, perché poco percepito dal cittadino come vero e proprio reato, dimenticando l’enorme valore dal punto di vista del patrimonio culturale del nostro paese. Lo scavo archeologico clandestino costituisce una minaccia costante del vasto  patrimonio culturale siciliano.

Il Nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D. Lgs. n. 42/2004) sancisce che tutto ciò che viene rinvenuto nel sottosuolo è proprietà dello Stato e che nessuno può effettuare ricerche archeologiche senza l’autorizzazione della Sovrintendenza. Pertanto qualora vengano effettuati scavi illeciti, ciò che viene ritrovato, per legge è considerato provento di furto in danno dello Stato ed il responsabile subisce le pene previste per quel tipo di reato.

È bene ricordare, inoltre, che lo stesso codice prevede un premio per il ritrovamento fortuito sia allo scopritore, sia al proprietario del terreno dove è avvenuto il ritrovamento, sia al concessionario dell’attività di ricerca autorizzata. Il premio può essere corrisposto in denaro o mediante rilascio di parte delle cose ritrovate e sarà determinato in base alle stime ufficiali effettuate dalla Sovrintendenza.

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