Ritratto Antonello e letteratura, confronto a Cefalù

Il suo sguardo beffardo e misterioso ha offerto tanti spunti alla letteratura che al Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, capolavoro dell’arte rinascimentale, ha dedicato pagine molto intense. Leonardo Sciascia la considerava l’opera che ha influenzato in modo decisivo il suo interesse artistico. Di questa visione del celebre dipinto e più in generale del suo rapporto con la letteratura si parlerà domani, sabato, alle 17 al museo Mandralisca di Cefalù, che custodisce la tavola, nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario della morte del suo fondatore, Enrico Pirajno di Mandralisca.

Si confronteranno gli scrittori Matteo Collura e Laura Frezza e il critico Giuseppe Saja. Oltre a Sciascia, che attorno alla figura dipinta da Antonello ha alimentato un intrigante rebus delle somiglianze, del quadro si sono occupati Vincenzo Consolo, Antonio Castelli, gli stessi Collura e Frezza. Consolo ha scritto uno dei suoi romanzi più importanti, “Il sorriso dell’ignoto marinaio”, nel quale lega la storia misteriosa della tavola (1465 circa) e la vita del Mandralisca, un colto e illuminato personaggio dell’Ottocento. Collura propone un complice dialogo con l’opera nel suo libro “L’isola senza ponte” e Laura Frezza la riporta all’interno di un lessico famigliare sul quale è impostato il suo “Ritratto di ignoto in un interno di famiglia”.

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