Sesso per non pubblicare in rete le foto hot: ecco lo squallido ricatto dell’amante

???????? Si erano conosciuti tramite un social network di incontri un ragazzo C.G, classe 1993 e una ragazza entrambi poco più che ventenni, e per circa due mesi avevano intrattenuto conversazioni amichevoli divenute, col passar del tempo, sempre più intime.

Nel ricostruire la vicenda, la ragazza ha precisato di non aver mai incontrato di persona il suo interlocutore virtuale ma di aver intrattenuto con lui un costante rapporto telefonico utilizzando un’applicazione sul cellulare che permette di videochiamare e inviare messaggi non a pagamento tramite il collegamento internet. I due, infatti, si sono scambiati diverse foto, si sono frequentati sul web piacendosi a vicenda, fino a quando lui le ha proposto di iniziare a riprendersi con la “webcam” in atteggiamenti intimi, mostrando anche i volti. Un gioco purtroppo rivelatosi una trappola non appena la ragazza ha deciso di interromperlo. Il ragazzo, infatti, da quel momento ha iniziato a minacciarla di pubblicare in rete i video che la ritraevano in intimità se non avesse acconsentito a incontrarlo per consumare un rapporto sessuale. Inoltre, per dare forza al proprio ricatto sessuale, le ha inviato decine di messaggi, tutti accomunati dal tenore minaccioso. Nonostante lo stato di soggezione in cui si è ritrovata, la vittima, raggirata dal finto amico virtuale, ha trovato il coraggio di denunciare vincendo l’imbarazzo che, comprensibilmente, la affliggeva. Durante la redazione della denuncia, gli stessi Carabinieri hanno avuto modo di constatare di persona le insistenti attenzioni rivolte alla ragazza sul cui telefonino continuavano ad arrivare “sms” con richieste d’incontro, sempre minacciando la diffusione dei video amatoriali registrati con l’inganno durante le loro conversazioni virtuali.

Per porre fine alla vicenda, la ragazza ha accettato di collaborare con i militari dell’Arma fingendo di cedere alla richiesta di vedere il ragazzo all’interno dei giardini pubblici di “Villa Giulia”. I Carabinieri, uomini e donne, hanno quindi organizzato un servizio in abiti civili, simulando famiglie, con tanto di carrozzina, occasionalmente a passeggio nel parco di via Lincoln.

La ragazza, poco dopo, ha effettivamente incontrato il giovane che, dopo essersi assicurato che fosse sola, l’ha salutata con un bacio sulla guancia e accompagnata in un luogo appartato della villa, vicino a una fontana, al riparo dallo sguardo indiscreto dei passanti. Lì, mostrando lo smartphone, ha rinnovato il suo squallido ricatto: siediti sulle mie gambe…o lo fai oppure sto pubblicando con un semplice click i tuoi video.

Il giovane ha potuto solo tentare di passare dalle parole ai fatti perché i Carabinieri, che avevano assistito all’intera scena, sono prontamente intervenuti traendolo in arresto. Subito perquisito, nella memoria del suo telefono cellulare erano registrati i filmati oggetto di denuncia.

L’arrestato, per tentata estorsione e tentata violenza sessuale, su disposizione della competente Autorità Giudiziaria è stato trasferito alla casa circondariale Ucciardone.

La vicenda accaduta a Palermo, dimostra le insidie e i rischi che possono scaturire da un uso poco accorto dei social network che, da una parte, offrono l’opportunità di trovare e conoscere nuovi amici, ma dall’altra possono costituire luoghi virtuali di adescamento da parte di malintenzionati. La situazione richiede alcuni consigli che l’Arma invita a seguire. navigando sul web bisogna avere la consapevolezza che i social network sono delle piattaforme virtuali dove le informazioni pubblicate (siano esse foto, video o dati) possono uscire dal nostro controllo e dalla nostra esclusiva disponibilità. L’anonimato e la difficile tracciabilità di chi comunica tramite chat e social network deve indurre i frequentatori del web ad evitare di condividere dati personali (indirizzo di casa, dell’ufficio, numeri di conto corrente bancario/postale, utenze telefoniche, etc.) segnalando, nel contempo, all’Arma e alle altre Forze di Polizia ogni atteggiamento strano e sospetto degli interlocutori virtuali.

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