Rischio “bombe d’acqua” nel mese di novembre

Il rischio è che arrivino altre bombe d’acqua durante il mese di novembre come quelle che hanno messo in ginocchio le città di Genova e Parma, e potrebbero colpire violentemente in tutta Italia. Questo è quanto emerge dal monitoraggio delle precipitazioni degli ultimi mesi e delle situazioni in cui versano i terreni sulla base dei dati Ucea: i millimetri d’acqua caduti nel mese di ottobre sarebbero infatti in alcuni casi inferiori di più del 60% rispetto alle previsioni, dato che al Sud Italia si attesta intorno al 48%.

I terreni sono dunque piu’ vulnerabili per l’assenza di precipitazioni ed aumenta il rischio di frane ed alluvioni soprattutto se come previsto dall’allerta della protezione civile ci saranno temporali forti e persistenti. Una conferma della pericolosità dei cambiamenti climatici che – sottolinea la nello studio effettuato Coldiretti – si manifestano con eventi estremi che si susseguono mettendo a dura prova la capacità di assorbimento dei terreni e favorendo quindi le alluvioni.

Un pericolo che riguarda in realtà l’intera penisola dove ci sono ben 6.633 comuni in cui sono presenti aree a rischio
idrogeologico (l’82 per cento del totale) con più di 5 milioni di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate pericolose per frane ed alluvioni. I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d’aria, grandinate e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono su un terreno reso piu’ fragile dalla cementificazione e dell’abbandono delle aree marginali e della mancanza di una programmazione adeguata per la prevenzione di questi fenomeni.

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