La fretta nella consegna all’origine del crollo del viadotto sulla Palermo-Agrigento

Ha fatto presto il giro del paese la notizia del crollo di un tratto del viadotto della Palermo-Agrigento, aperto dopo i lavori di realizzazione terminata con tre mesi di anticipo appena prima di Natale e rimasto quindi agibile per pochi giorni.

Vuole smorzare i toni della polemica l’intervento del Presidente della ditta appaltatrice dei lavori, la Cmc Ravenna –  la stessa che sta realizzando il raddoppio della ss 640 di Porto Empedocle (CL-AG) – il consorzio di costruzioni più grande d’Italia.

All’origine dello smottamento che ha causato il crollo e la chiusura della strada potrebbe esserci proprio la fretta nella consegna dei lavori, ultimati come detto tre mesi prima del previsto. Difende l’azienda, il Presidente Massimo Matteucci, sostenendo che il tratto interessato era già stato chiuso e tenuto sotto stretto monitoraggio molto prima che si verificasse il crollo, al primo segno di instabilità, evitando che diventasse un rischio per la sicurezza.

Secondo i tecnici, il problema non sarebbe nella struttura ma del terreno su cui poggia, sulla cui stabilità le valutazioni potrebbero essere state erronee. Nel frattempo è però partita un’inchiesta interna alla Cmc, di pari passo con quella della Procura che annuncia  e il rirpistino del danno sarebbe già in esecuzione.

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