Imu agricola: resta l’iniquità di una tassa da non pagare

L’Imu agricola è una tassa insostenibile per gli agricoltori che nel 2014 hanno visto crollare i loro redditi a causa del maltempo, fitopatie e calo del consumo interno; quindi le aziende agricole non possono sopportare ulteriori aggravi economici. Questa tassa è iniqua sia nei contenuti che nella modalità di attuazione e prelievo e va abolita del tutto”. Lo ha dichiarato Antonino Cossentino, presidente della Confederazione italiana agricoltori Palermo, alla luce delle ultime decisioni del governo che hanno solo parzialmente risolto il problema. Con la suddivisione fatta fra comuni montani, parzialmente montani e di fascia costiera, accade infatti che in due terreni limitrofi e alla stessa altimetria in uno si paghi l’Imu e nell’altro no, solo perché appartengono a due comuni diversi e classificati in maniera differente. I casi più eclatanti (in tutto una cinquantina nella provincia palermitana) sono nei territori di Cerda e Partinico.

La Cia ha quindi inviato una lettera ai sindaci della provincia nella quale si chiede “un provvedimento che consenta di sospendere il pagamento dell’Imu a tempo indeterminato e fino a quando il governo non interverrà con un provvedimento definitivo di annullamento”. “Sollecitiamo i sindaci – continua Cossentino – a chiedere l’esenzione, come per i comuni parzialmente montani, per quella parte del proprio territorio che seppure limitata è al di sopra dei 280 m. Ciò per sanare situazioni paradossali di agricoltori confinanti dove uno è costretto a pagare un conto salato da migliaia di euro, a tutto vantaggio del vicino che invece è esente

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